Un bel giorno un gran Signore con la barba e un bel vocione
per sentirsi meno solo volle fare una canzone.
Sul bel nulla ch'era attorno Lui tiro' cinque righette;
fatto aveva il pentagramma con la chiave e le stanghette.
Canta questa canzone e non badare al pitone:
lui vuole farti stonare percio' non farlo parlare.
Chi dirige ha talento e' proprio un grande portento
il Signore da' il "LA": trullallero trullalla'.
Ma Lucifero, accidenti per le scale era negato
fu per questo che quel giorno cadde nello scantinato.
Quale sincope nel cuore! Che battuta sul testone!
Fu per questo contrattempo che si trasformo' in pitone.
Ma per quello scivolone fu feroce la sua stizza:
la sfogo' con grande astuzia sull'Adamo, gran solista.
Era il tempo delle mele quando Eva solfeggiava
presso l'albero proibito col serpente che fischiava.
Al veder quel pomo tondo Eva disse: "Me lo dia"
ma le venne un po' stonata anzi troppo, mamma mia!
Fu per quella stonatura che si ruppe l'armonia:
si arrabbio' il Compositore quando disse: "Tutti via!"
Fu per questo che il Gran Capo ci mando' un bel musicista:
veramente pieno d'estro, lo chiamavano: "Maestro".
Scelse dodici elementi per formare un bel coretto.
Pietro aveva anche la chiave: nel solfeggio era perfetto.
Paolo andando a Damasco ebbe un'illuminazione
Pietro invece in quel di Roma era il re della canzone.
La Canzone non finisce dura sempre piu' del mondo
canteremo il ritornello tutti assieme in girotondo.