petek, 31. oktober 2003

o1 IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA (Dik Dik)


È quasi giorno ormai
e non ho tra le braccia
che il ricordo di te
ma è tardi
devo correre
non c’è tempo per piangere.
Salgo sopra un autobus
mentre guardo la gente
mi domando perché
mi sembrano
tante nuvole
che nascondono te.
È il primo giorno di primavera
ma per me
è solo il giorno
che ho perso te.
Qui in mezzo al traffico
c’è un pezzetto di verde
ed io mi chiedo perché
mentre nasce
una primula
sto morendo per te.




četrtek, 30. oktober 2003

o4 IL PORTIERE DI NOTTE (Enrico Ruggeri)


Vanno via e non tornano più;
non danno neanche il tempo di chiamarli.
E non lasciano niente,
non scrivono dietro il mittente
e nelle stanze trovo solo luci spente.
Sapeste che pena, per chi organizza la scena,
restare dietro al banco come un cane
con la sua catena.
E lei che viene a notte fonda,
è così bella, è quasi sempre bionda.
È lei che cambia sempre cavaliere
e mi parla soltanto quando chiede da bere.
Ma la porterò via
e lei mi seguirà.
Prenoterò le camere
in tutte le città.
La porterò lontano
per non lasciarla più,
la porterò nel vento
e se possibile più su.
E quando ci sorprenderà l'inverno,
non sarò più portiere in questo albergo.
Sapeste che male quando la vado entrare;
non la posso guardare senza immaginare.
Ma è lei che non immagina per niente
cosa darei per esserle presente.
Ma lei non vede e allora parlo piano,
con la sua forma in un asciugamano.
Ma la porterò via,
non l'abbandonerò.
La renderò partecipe di
di tutto ciò che ho.
La porterò lontano
per non lasciarla mai
e mi dirà "ti voglio
per quello che mi dai".
E quando insieme prenderemo il largo,
non sarò più portiere in questo albergo
e insieme, dentro al buio che ci inghiotte,
non sarò più il portiere della notte




 




sreda, 29. oktober 2003

23 IL POETA DI CORTE (Angelo Branduardi)

 








E` venuto il corvo di mare
a predirmi la sorte:
"Tempo tu non avrai di fuggire...
Ti raggiungono già!
strapperanno i tuoi occhi,
bruceranno il tuo cuore!
tempo tu non avrai di fuggire...
ti raggiungono già!".
Io non ho paura di dovere morire
e tu vecchio corvo
i suoi occhi strapperai.
Io non ho paura, molto a lungo ho cantato
e il suo cuore falso come il mio brucerà!
è venuto dal mare il granchio:
alla sua bocca aspetterà
di potere con l'ultimo respiro
rubargli l'anima.
E il mio signore non sa:
una sola volta non basterà
che l'avvoltoin divori il mio corpo
per far tacere per sempre il mio cuore.

ponedeljek, 27. oktober 2003

o8 IL PESCATORE (Fabrizio De Andrè)










All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino, spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore d'un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto d'un aprile
giocato all'ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso. 




nedelja, 26. oktober 2003

12 IL PENSIONATO (Francesco Guccini - I Nomadi)


Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
l' odore quasi povero di roba da mangiare,
lo vedo nella luce che anch' io mi ricordo bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani.
Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina
aprire la persiana, tirare la tendina
e mentre sto fumando ancora un'altra sigaretta,
andar piano, in pantofole, verso il giorno che lo aspetta
e poi lo incontro ancora quando viene l' ora mia,
mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia:
"Buon giorno, professore. Come sta la sua signora?
E i gatti? E questo tempo che non si rimette ancora..."
Mi dice cento volte fra la rete dei giardini
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso...
Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
a tutti i volti visti dalla lampadina antica,
a quell' odore solito di polvere e di muffa,
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa,
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo,
a come da quel posto si può mai vedere il mondo,
a un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri,
a come anche la storia sia passata fra quei muri...
Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
e ancora mi domando se sia stato mai felice,
se un dubbio l' ebbe mai, se solo oggi si assopisce,
se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure spesso,
se è stato sufficiente sopravvivere a se stesso...
Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...
Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..."
Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene
coi soldi risparmiati un po' perchè non si sa mai,
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" .
Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
"Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?"
E a poco a poco andrà via dalla nostra mente piena:
soltanto un' impressione che ricorderemo appena...







sobota, 25. oktober 2003

o9 IL PARCO DELLA LUNA (Lucio Dalla)


Sono più di cent'anni che al parco della luna
arriva Sonni Boi con i cavalli di legno e la sua donna Fortuna
i denti di ferro e gli occhi neri puntati nel cielo per capirne i misteri.
È nato a Ferrara anzi l'hanno trovato su un muro
è pieno di segni e i muscoli corrono sulla sua pelle.
Sonni Boi ha disegnato sulle braccia la mappa delle stelle.
Di notte va a caccia e con il cavallo raccoglie chi si è perduto.
Anch'io quante volte da bambino ho chiesto aiuto
quante volte da solo mi sono perduto
quante volte ho pianto e sono caduto
guardando le stelle ho chiesto di capire
come entrare nel mondo dei grandi senza paura paura di morire.
Come uno zingaro seduto su un muro gli occhi nel cielo puntati sul futuro
Dei suoi mille figli non ricorda un viso ne ha avuto uno per coltello
ha fatto un figlio per ogni nemico ucciso.
Sonni Boi non è cattivo ha perfino sorriso guardando
Fortuna accarezzandole il viso.
Li ho visti abbracciarsi come bimbi nel parco della luna
tutti e due con una valigia nella mano
con l'aria di chi deve partire
e andare lontano oppure morire,
in silenzio, sparire piano piano
sopra il loro cavallo di legno con la loro pelle scura nella mano.
Adesso Sonni Boi e la sua donna Fortuna
Saranno a metà strada tra Ferrara e la luna. 





petek, 24. oktober 2003

o2 IL PARADISO (Patty Pravo)



Il paradiso tu vivrai se tu scopri quel che hai
non ti accorgi che io amo già te
La vita è così,
tu quando non hai vuoi avere di più
e dopo che hai ti accorgi che tu
fermarti non puoi e vuoi quel che vuoi
La vita è cos
ì, tu adesso mi vuoi
soltanto perché non cerco di te
ma io che lo so ne soffro però ti dico di no 



  

četrtek, 23. oktober 2003

12 IL MONDO CHE VORREI (Testo: Laura Pausini – Musica: Eric Buffat, Gianni Salvatori)


Quante volte ci ho pensato su,
Il mio mondo sta cadendo giù
Dentro un mare pieno di follie,
Ipocrisie.
Quante volte avrei voluto anch'io
Aiutare questo mondo mio,
Per tutti quelli che stanno soffrendo
Come te
Il mondo che vorrei
Avrebbe mille cuori,
Per battere di più avrebbe mille amori.
Il mondo che vorrei
Avrebbe mille mani
E mille braccia per i bimbi del domani,
Che coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.
Per chi crede nello stesso sole
Non c'è razza non c'è mai colore
Perché il cuore di chi ha un altro Dio
È uguale al mio.
Per chi spera ancora in un sorriso,
Perché il suo domani l'ha deciso
Ed è convicto che il suo domani
E insieme a te.
Il mondo che vorrei
Ci sparerebbe i fiori,
Non sentiremo più
Il suono dei cannoni.
Il mondo che vorrei,
Farebbe più giustizia
Per tutti quelli che
La guerra l'hanno vista,
E coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.
Come si fa a rimanere qui,
Immobili così
Indifferenti ormai
A tutti i bimbi che
Non cresceranno mai
Ma che senso ha ascoltare e non cambiare
Regaliamo al mondo quella pace
Che non può aspettare più
Nel mondo che vorrei
Avremo tutti un cuore.
Il mondo che vorrei
Si chiamerebbe amore.
Stringi forte le mie mani
E sentirai il mondo che vorrei
Uh uh uh il mondo che vorrei

sreda, 22. oktober 2003

24 IL MONDO (Jimmy Fontana)



No, stanotte amore non ho più pensato a te
ho aperto gli occhi per guardare intorno a me
  e intorno a me girava il mondo come sempre
Gira il mondo, gira nello spazio senza fine
con gli amori appena nati, con gli amori già finiti
con la gioia e col dolore della gente come me
Uh, mondo!
Soltanto adesso io ti guardo
nel tuo silenzio io mi perdo e sono niente accanto a te

Il mondo non si é fermato mai un momento
la notte insegue sempre il giorno ed il giorno verrà

 
 
 


torek, 21. oktober 2003

o3 IL MIO UOMO (Loretta Goggi)


È lui il mio uomo, è lui che gioca col mio cuore
che lo riene vicino e lo butta lontano
come se fosse lui il padrone
È lui il mio uomo, e lo sa che è importante
è anche dolce e carino, soprattutto al telefono
solo da molto distante…
È lui il mio uomo, che sorride alle donne per strada
elegante ma anche un poco burino con il bulbo stirato
gli occhi di ghiaccio, una spada
E lui ride e si diverte, e io cosa dovrei fare?
Qualche volta faccio finta di niente
qualche volta lo potrei anche ammazzare!
Ma vedi, vedi, vedi io son qua e tu che cosa credi
di essere tu l'america?!?...
E lui ride, prende, prende e se ne va
come un bambino ruba tutto quel che luccica.
Ma meno male che c'è lui
che mi parla, che mi tocca con le mani, che mi alza dalla terra
che mi imbroglia sempre e dice dmani, domani cambierò…
Io lo so, è lui, è il mio uomo, lo so…
Meno male che c'è lui
che mi parla, che mi tocca con le mani
meno male che c'è lui
che mi prende, che mi parla, che mi alza dalla terra






ponedeljek, 20. oktober 2003

o3 IL MIO SBAGLIO PIÙ GRANDE (Testo: Laura Pausini, Giuseppe Dati, Cheope – Musica: Andreas Carlsson, Alistair Thomson)


Lo sai tu mi hai messo nei guai
i miei occhi sono isole dove non viaggi mai
bravo forse più di me a ingannarmi senza maschera
ed io a fidarmi di te
E' durato un flash io mi ero illusa di noi
ma con l'istinto di una donna oggi so chi sei.
Un gioco che non vinco mai
il mio sbaglio più grande che rabbia che mi fai
La trappola dei giorni miei si il mio sbaglio più grande
ma che rifarei.
Dimmi dimmi come stai sembri un angelo depresso
che non vola mai giuro che ti sposerei
ma c'è nascosto un diavolo nelle lacrime che mi dai
E' durato un flash io mi ero illusa di noi
ma non è giusto farne un dramma tanto so chi sei
Un gioco che non vinco mai
il mio sbaglio più grande che rabbia che mi fai
il vuoto sotto i passi miei sei il mio sbaglio più grande
ma che rifarei
Mi contraddico coi miei baci ma è così
spegni tutte le luci e va da se che sono persa di te
Un gioco che non vinco mai
il mio sbaglio più grande che rabbia che mi fai.
Il vuoto sotto i passi miei sei il mio sbaglio più grande
ma che rifarei

nedelja, 19. oktober 2003

136 IL MIO PAESE (Valerio Ciprì / Leopoldo Verona)

ORIGINAL





''samo spremljava''
 


Com'è carino il mio paese
fatto di gente molto cortese,
fatto di uomini dal cuore d'oro,
dove nessuno si sente mai solo!  
Proprio al centro del mio quartiere
ci sta Giuseppe il carpentiere,
lavora sodo e fa tutto presto,
non chiede troppo, perché è onesto.
Quando qualcuno non lo può pagare,
trova una scusa per non umiliare,
dice, ad esempio, che ha lavorato
per passatempo e non va’ pagato.
Dietro il cortile ci sta Mamma Franca
che ha tutto in casa e mai niente le manca,
a lei qualunque  problema puoi dare:
trova un sistema per rimediare.
Se le chiedete un vassoio da mensa
lo trova subito sulla credenza,
poi sorridente vi dice giuliva:
" Puoi pur tenerlo, a me non serviva".
In quelle case oltre l'aiuola,
Aldo, il maestro, fa il dopo scuola,
insegna storia e geografia,
nozioni di fisica e geometria.
Col suo talento talmente chiaro
istruirebbe persino un somaro;
per lui non chiede mai ricompensa,
dice che vuole servire la scienza.

Donna Lucia è una sarta perfetta,
abiti nuovi ogni giorno progetta:
gonne, camicie e vestiti da sposa
ed il suo ago non ha mai posa.
Da molto lontano la gente a lei viene,
per il suo lavoro la pagano bene,
ma del suo guadagno lei non tocca niente:
cuce i vestiti alla povera gente.

E lungo il viale sta Giorgio il cassiere;
dice che vuole cambiare mestiere,
perché da quando lavora alla banca
la scheda dei conti è sempre bianca.
Ma nel paese ciò non sorprende
perché la gente non possiede niente,
si dà e si riceve con tutto il cuore:
qui l'unico debito è solo l'amore.
Il mio paese è davvero ospitale
per chiedere posto fai solo le scale,
bussi a una porta ed ognuno ti accoglie,
anche se porti con te figli e moglie.
E per venirci non servono atlanti
per ritrovar questo luogo fra tanti.
E non si trova neppure lontano.



sobota, 18. oktober 2003

28 IL MIO EX (Giovanna)



Ho incontrato il mio ex per la strada per caso stasera
siamo entrati cos
ì in un caffè e mi ha offerto da bere

È incredibile com'è rimasto il solito pazzo con l'aria innocente
mentre io ero calma di fuori e tremavo di dentro
Un bagaglio di tanti emozioni e di vecchi discorsi
ci faceva sembrare due complici buffi e un po' persi
Lui mi ha chiesto di te, poi mi ha detto
che adesso ha una donna che ama e gli piace
e che in fondo fra tanti problemi
è un uomo felice
Sai non so che cosa sia, forse un po' di gelosia
ma mi spiace saperlo felice anche senza di me 

Sai non so che cosa sia, forse un po' di gelosia
ma mi spiace saperlo felice anche senza di me

Era strano però rivederlo così da vicino
  con quegli occhi che io volevo per il mio bambino
Lui parlava e rideva cos
ì per un'attimo è quasi sembrato
che fra noi tutto il tempo non fosse davvero passato
Quando poi me ne son resa conto mi son spaventata
e cos
ì l'ho lasciato di colpo, son quasi fuggita
Ed ho fatto la strada di corsa per chiederti aiuto
per stringerti a me!
  E mi dico ti amo, non amo che te
Sai non so che cosa sia, forse troppa fantasia
ma mi spiace sapere che vive anche senza di me
Sai non so che cosa sia, forse penso che era mio
e mi spiace sapere che ama anche senza di me 

 
 
 



petek, 17. oktober 2003

o4 IL MIO CANTO LIBERO (Lucio Battisti, Mogol - Adattamento: Carlos Ramón)


In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi e - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te
dolce compagna che
non sai domandare ma sai
che ovunque andrai
al fianco tuo mi avrai
se tu lo vuoi
Pietre un giorno case
ricoperte dalle rose selvatiche
rivivono
ci chiamano
Boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono
ci abbracciano
In un mondo che
prigioniero è
respiriamo liberi
io e te
E la verità
si offre nuda a noi
e limpida è l'immagine
ormai
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro te

13 IL MIO CANTO LIBERO (Lucio Battisti)




 
In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi e - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te
dolce compagna che
non sai domandare ma sai
che ovunque andrai
al fianco tuo mi avrai
se tu lo vuoi
Pietre un giorno case
ricoperte dalle rose selvatiche
rivivono
ci chiamano
Boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono
ci abbracciano
In un mondo che
prigioniero è
respiriamo liberi
io e te
E la verità
si offre nuda a noi
e limpida è l'immagine
ormai
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro te 





četrtek, 16. oktober 2003

o6 IL MIO BENEFICIO (Vuletic / Pausini-Cheope Gente ed. mus./Impatto ed. mus./Warner Chappell Music Italiana)


Col senno di poi
non so se riavrei l'entusiasmo
avuto per noi
e non ricambiato mai
Perché in sintesi
tu non sei così innocente
né trasparente come t'immaginai
Ho speso il mio tempo, il mio tempo peró
se è valsa la pena io adesso non so
propendo nel dirti di no
A te che non dai
altro non dai che il profilo
e non concedi di più
Dimmi in questa storia
quale sarà il mio beneficio
se in ogni tua vittoria
il sacrificio è singolo
non è, non è
che il mio per te
Ho alzato per te
al cielo per te cattedrali
senza che mai
nemmeno una volta
mi aprissi una porta tu
Ho inseguito un domani che ancora non c'è
nelle mie mani e neanche per te
il senso alla fine dov'è?
Dimmi in questa storia
quale sarà
il mio beneficio
se nella mia memoria
il sacrificio è singolo
non è, non è
che il mio
non è
perché
per te
io non ho più lacrime
Tu dimmi in questa storia
quale sarà il mio beneficio
se per ogni tua vittoria
il sacrificio è singolo
Col senno di poi
non so se riavrei l'entusiasmo

torek, 14. oktober 2003

o3 IL MATERASSO (Arbore - Mattone)


 
 
 
 
 



La sedia è l'ideale 
per chi è molto stanco 
e vuole riposare.
È giusta la poltrona 
per chi vuol far salotto 
e chiacchierare.
È comoda l'amaca 
per chi vuol stare all'aria
aperta a dondolare.
Fantastico è il divano 
per star lì sdraiati 
avanti alla Tv.
Ma il materasso, il materasso,
il materasso è il massimo che c'è
il materasso, il materasso, sul materasso
c'è la felicità.
Meraviglioso è il prato 
per guardare il cielo 
e mettersi a sognare.
Bella anche la spiaggia 
per potersi addormentare 
in riva al mare.
È ottimo il cuscino 
se sul morbido la testa 
vuoi posare.
E vengono i momenti 
che ti va di sprofondare 
sul sofà.

ponedeljek, 13. oktober 2003

o9 IL MARINAIO (Angelo Branduardi)









Siedi serena e aspetti il tuo uomo
che torna domani, se il cielo vorrà...
cerchi il sorriso
con cui ti lasciò
fra i solchi scuri
che il tempo disegna sul viso
di chi naviga il mare,
ed è sempre domani
e se il cielo vorrà...
Te l'ha giurato e sai tornerà
l'uomo che amavi non mentiva mai.
Aspetti serena ogni uomo che torna
dal mare lontano verso il quale partì...
Forse da anni
lui naviga già
lungo correnti
che non porteranno ai tuoi fianchi
il suo amore, mai più...
ed è sempre domani
e se il cielo vorrà...
Te l'ha giurato e sai tornerà;
l'uomo che amavi non mentiva mai.



nedelja, 12. oktober 2003

o3 IL MARE IMPETUOSO AL TRAMONTO (Zucchero)



Voglio vederti ballare
senza tabù
un ballo da strappamutande
fallo di più
come on sister
è un volo proibito
amore e sesso, sesso, sesso
sono un assetato 
ché tu sei l'acqua, l'acqua del peccato!
Il mare impetuoso al tramonto
salì sulla luna e dietro una
tendina di stelle...
Voglio vederti toccare
seduta nel bar
oppure davanti all'altare
a un passo da me,
come on sister
a un passo non posso
amore e sesso, sesso, sesso
sono un affamato 
ché tu sei il pane, il pane del peccato!
E sentirai la mia pelle
ovunque tu sarai
sulla tua pelle
Balla bella,
che sei bella, come il peccato!
Voglio vederti ballare, oddio non resisto
Voglio vederti vibrare, oddio non resisto
Voglio vederti godere, oddio non resisto
Voglio, ti voglio godere, oddio non resisto
Il mare impetuoso al tramonto
salì sulla luna e dietro una
tendina di stelle... se la chiavò! 






sobota, 11. oktober 2003

o3 IL MARE D'INVERNO (Enrico Ruggeri)


Il mare d'inverno
è solo un film in bianco e nero visto alla TV.
E verso l'interno,
qualche nuvola dal cielo che si butta giù.
Sabbia bagnata,
una lettera che il vento sta portando via,
punti invisibili rincorsi dai cani,
stanche parabole di vecchi gabbiani.
E io che rimango qui solo a cercare un caffè.
Il mare d'inverno
è un concetto che il pensiero non considera.
E' poco moderno,
è qualcosa che nessuno mai desidera.
Alberghi chiusi,
manifesti già sbiaditi di pubblicità,
Macchine tracciano solchi su strade
dove la pioggia d'estate non cade.
E io che non riesco nemmeno a parlare con me.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia.
Mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me.
Passerà il freddo
e la spiaggia lentamente si colorerà.
La radio e i giornali
e una musica banale si diffonderà.
Nuove avventure,
discoteche illuminate piene di bugie.
Ma verso sera, uno strano concerto
e un ombrellone che rimane aperto.
Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già. 




 




petek, 10. oktober 2003

16 IL MARE DEI PAPAVERI (Riccardo Cocciante)





Ed è soprattutto quando è sera
che mi manchi ancora un po'.
È davvero stata molto dura
esser coerente e dirti no
ma non si può rinchiuder l'anima
in una storia di abitudini
se hai nel cuore altre immagini.
lo sono da bosco e da riviera
e vorrei vivere con te
ma in una dimensione un po' più vera
che si manifesterà da se
senza paure e senza regole
seguendo il vento come nuvole
per sempre ormai incontaminabili.
Vuoi? Vuoi?
Sei ancora in tempo se vuoi
Puoi! Vuoi?
Noi saremo un nucleo indissolubile
che si apre agli altri senza limiti
per onorare il nostro vivere
Ondeggia il mare dei papaveri
il cielo assiste quieto e complice
noi respiriamo i nostri aneliti
Vuoi? Puoi!
Sei un'altra parte di noi che oramai
lasciamo il suolo perché
il volo viene da sé
si perde, l'opaco senso si perde
e vince la vita, ogni giorno diversa
un abbraccio, una corsa
nessuna storia mai persa, mai persa

sreda, 8. oktober 2003

7o IL LAZZO (Gianni Mazza)




A questo punto vi dovrei parlare,
di qualche cosa che vi possa interessare
un qualche cosa che non sia banale, e che non sia anticostituzionale.
Nel nostro lessico tradizionale, c'è una parola dalla rima micidiale
forse per questo è stata usata molto poco, sto parlando del lazzo.
Questa non è una parola come un'altra,
è una parola dalla storia molto antica
solo il sentirla mi fa diventare allegro
ora mi chiedo che cosa avete contro il lazzo.
Se voi sapeste cosa vuol significare,
fareste a meno di star lì a sghignazzare
forse così voi mascherate l'imbarazzo, per la rima del lazzo.
All togheter now. Lazzo cantiamo forte tutti insieme
lazzo sempre più in alto noi gridiamo,
lazzo finché qualcuno non reclamerà, che abbiamo rotto
Lazzo non c'è parola più innocente, lazzo e lo diciamo apertamente
lazzo da questa sera il mondo intero avrà, la sua canzone del lazzo.
Ma non è questo che intendevo dire, per un momento statemi a sentire
per questo lazzo io ci ho perso le nottate
ci sono andato fino a Gallarate
Per questa sera io vi lascio andare, ma promettetemi domani di studiare

e quando ci rincontreremo tutti noi, farem la prova del lazzo.
Lazzo non c'è parola più innocente,
lazzo e lo diciamo apertamente
lazzo la forza pubblica ci fermerà, con la scusa del.
Lazzo e canteremo un po' più piano, lazzo andando a tempo con le mani
lazzo finché anche gli altri si uniranno a noi, e tutti insieme
lazzo sarà un casino generale, lazzo il mondo intero deve urlare
lazzo ed in televisione arriverà, e finalmente
lazzo nell'assemblea parlamentare, lazzo e lungo tutto il litorale
lazzo da questa sera il mondo intero avrà
la sua canzone del lazzo.

torek, 7. oktober 2003

o5 IL JOLLY (Renato Zero)


Che ne sai, di questo jolly
Che sorride alla fortuna anche per te
Cosa vuoi da questo Jolly
Una burla o un’altra storia che non c’è
Che sia lì se il piatto piange
Perché il gioco resti ancora in mano a te.
Che ne sai che forse un Jolly
Qualche volta ride amaro e non ci sta
Che ne sai che pure un Jolly
Una sera abbia la luna che non va.
Vieni qui guarda che il mondo
Da quassù non è più tondo che da te.
Vado via vado via
Questa sera non reggo all’allegria
Ha un cuore pure il Jolly amica mia.
Via a incontrare la vita tradita scannata
Di chi la partita coi guai non vince mai…
Via tra quei cristi battuti che affidano al caso
Un destino che pesa e verrà comunque va…
Ecco qui, il Jolly è stanco
E non tiene banco e forse piangerà
Non sarà lo stesso Jolly
Che prendeva per i fondelli la realtà.
Vado via vado via
Non pensare che sia scena la mia
Beffarda sorte servire la follia.
Via ad incontrare chi è solo ed aspetta una mano
Se prendere il volo non sa
E resta là…
Via però tienimi il posto perché alla tua festa
La tua nota giusta sarò
Io ci sarò…






ponedeljek, 6. oktober 2003

135 IL GIORNO PIÙ BELLO (Gen Rosso)

C’è tanta gente lungo le strade
s’è risvegliata per incanto la città
ci si saluta con allegria
ogni tristezza, ogni rancor se n’è andato via.
E’ festa in tutta la città
si sente una voglia di cantar.
E’ il giorno più bello per ritrovarci
e scoprire l’amicizia fra di noi.
Le luci risplendono lassù
la gioia risplende ancor di più.
Il sole non deve mai tramontare
su questa festa ch’è nei nostri cuor.
Quando domani andrò al lavoro
ritornerà come ogni giorno la città
ma se in ognuno vedrò un amico
come stasera questa gioia ritroverò.





sobota, 4. oktober 2003

27 IL GIGANTE E LA BAMBINA (Lucio Dalla)








Il gigante e la bambina
sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo
camminavano tra i sassi
il gigante è un giardiniere
la bambina è come un fiore
che gli stringe forte il cuore
con le tenere radici
E la mano del gigante
su quel petto di creatura
scioglie tutta la paura
è un rifugio di speranza 
  Del gigante e la bambina
si
è saputo nel villaggio
e la rabbia d
à il coraggio
di salire fino al bosco
Il gigante e la bambina
li han trovati addormentati
falco e passero abbracciati
come figli del signore
Il gigante adesso
è in piedi
con la sua spada d'amore
e piangendo taglia il fiore
prima che sia calpestato
camminavano tra i sassi
sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo
il gigante e la bambina 





petek, 3. oktober 2003

o9 IL GEGHEGÈ (Rita Pavone)


Abbiamo un riff che fa così
e questo riff vuol dire che
il mio saluto geghegè
forse voi pensate che
questo geghe geghe gè
voglia dire geghegè
ed invece questo riff
vuol dire voglio bene a te
e così
parliamone tra noi
col geghegè
tu mi puoi dire quello che vuoi
ma che dire non sai
abbiamo un riff che fa così
e dico a te tu dici a me
geghegè