nedelja, 29. avgust 2004

193 LE DUE STRADE (Ciprì / Viganò)

ORIGINAL





''samo spremljava'' 

 


E' sempre tanto larga la via dei benestanti
ci vanno i pezzi grossi coi titoli in contanti.
E’ strada ospitale per chi ha avuto cura
di farsi un capitale in nero o con l'usura.
E’ una strada fatta per grandi scalatori
dei posti di potere, dei titoli d'onore.
Chi si presenta dice: "Non sa chi sono io!
Io penso solo a me, agli altri pensa Dio".
In questa strada larga si veste all'alta moda
si guida "Testa rossa", non si fa mai la coda.
In questa strada "bene" c'è gente d’alto rango
di fuori tanto lustro e dentro, spesso, fango.
Qui passa quella gente che "ci ha saputo fare",
che mescola le carte e che "ti sa comprare".
Non vedi circolare bambini o mendicanti,
ma i furbi navigati, e i boss più stravaganti.
La strada angusta e stretta accoglie i derelitti,
la gente senza tetto o senza più diritti.
E’ strada della fede e dei mezzi di fortuna,
è strada di chi passa nell’occhio della cruna.
Strada di chi a stento arriva al ventisette,
ma ha la coscienza giusta e le intenzioni rette.
Strada di chi per primo deve pagar le tasse
e poi alla pensione è l'ultimo di classe.
E' via senza risparmio è via tutta in salita
per chi è per la pace o lotta per la vita.
Strada dai piedi gonfi, di mani lacerate,
di tante bocche aride di masse esiliate.
E’ strada del perdono, è strada del buon viso,
di chi ripaga un torto offrendo il suo sorriso.
E'  strada dei più umili, la strada di innocenti
che non si compromettono per essere coerenti.
Avanzano le strade, si incrociano in un punto
dove si vaglia il grano, dove si fa il riassunto.
La strada larga stringe verso un grande fosso,
s’imbatte in un semaforo che segna sempre rosso.
La strada di chi ha avuto amore e sofferenza
a quest’incrocio trova totale precedenza.
Gli ultimi, i minimi in mezzo a gioia e canti,
adesso sono i primi e passano davanti.



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