sreda, 31. marec 2004

47 LA CESETA DE TRANSAQUA (Canto popolare italiano)



 

As tu vis la ceseta de Transaqa, de Transaqua,
cel Cimen de la Pala sera i cepi? Oh!
La gh'ha i oci chiari come l'aqua, come l'aqua,
e i cavei tuti driti e senza grepi, oh!
Sì ghe vist la ceseta de Transaqua, deTransaqua,
ma 'l Cimen de la Pala non ghe xera, oh!
Sera i cepi lustri de tant'aqua, de tant'aqua,
se vedeva 'na nuvolena nera, oh!
Nella cesa cianta Messa il prete, messa il prete,
Sul Cimen de la Paa fis'cia il vento, oh!
Cosa importa se gh'ho le scarpe rote, scarpe rote?
Mi te varde e me sente il cor contento, oh!

torek, 30. marec 2004

158 LA CASA SULLA ROCCIA (Gen Rosso)

Scorre lento il fiume fra le sponde
sembra placido e tranquillo
e nella vale c’è gente
che s’affretta a costruire una casa
da abitare in questo mondo.
Accanto al fiume, pietra dopo pietra
impastate col cemento
s’alzano le mura.
Piano piano verso l’alto
sale una casa
e si copre con un tetto.
Ma la fretta d’arrivare
fa dimenticare a tanti
alla gente che ben presto s’accontenta
che sulla sabbia non si fanno fondamenta.
E il cielo si fa cupo
dai monti scendono le acque turbinose
spazzano senza via le case
costruite senza cuore e senza mente.
Finisce la tempesta
ma delle case non rimane niente.
E la rovina fu grande per quella gente
e chi l’ha visto ancora lo commenta:
sulla sabbia arida del proprio orgoglio
non si fanno le fondamenta.
Scorre lento il fiume fra le sponde
sembra placido e tranquillo
e nella vale c’è gente
che fatica a costruire una casa
che non è per questo mondo.
E son lacrime e sudore
per scavare fra le schegge
sotto il sole ardente e la tormenta.
Ma sulla roccia si costruiscono le fondamenta.
E il cielo si fa cupo
dai monti scendono le acque turbinose
urtano contro le case
costruite con fatica e con sudore.
Finisce la tempesta
e la casa sta ritta sotto il sole.
E la gioia fu grande per quella gente
e chi l’ha visto ancora lo commenta:
sulla roccia della parola viva
si costruiscono le fondamenta.










ponedeljek, 29. marec 2004

13 LA CASA DI HILDE (Francesco De Gregori)


L'ombra di mio padre due volte la mia,
lui camminava e io correvo,
sopra il sentiero di aghi di pino,
la montagna era verde.
Oltre quel monte il confine,
oltre il confine chissà,
oltre quel monte la casa di Hilde.
Io mi ricordo che avevo paura,
quando bussammo alla porta,
ma lei sorrise e ci disse di entrare,
era vestita di bianco.
E ci mettemmo seduti ad ascoltare il tramonto,
Hilde nel buio suonava la cetra.
E nella notte mio padre dormiva,
ma io guardavo la luna,
dalla finestra potevo toccarla,
non era più alta di me.
E il cielo sembrava più grande
ed io mi sentivo già uomo.
Quando la neve scese a coprire la casa di Hilde.
Il doganiere aveva un fucile
quando ci venne a svegliare,
disse a mio padre di alzare le mani
e gli frugò nelle tasche.
Ma non trovò proprio niente,
solo una foto ricordo.
Hilde nel buio suonava la cetra.
Il doganiere ci strinse la mano
e se ne andò desolato,
e allora Hilde aprì la sua cetra
e tirò fuori i diamanti.
E insieme bevemmo del vino
ma io solo mezzo bicchiere.
Quando fù l'alba lasciammo la casa di Hilde.
Oltre il confine,con molto dolore,
non trovai fiori diversi,
ma sulla strada incontrammo una capra
che era curiosa di noi.
Mio padre le andò più vicino
e lei si lasciò catturare,
così la legammo alla corda e venne con noi. 







nedelja, 28. marec 2004

46 LA CASA DEL SOLE (Ballata tradizionale)





Lo so perchè sei qui
e guardi verso me
perchè io sono il sole per te
e il sole e tutto per te.

Ma come faccio a dirti
qual'è la verità
ma come faccio a dirti che ormai 

il sole si spegne con noi.
Ti ho detto tante cose
e tu credevi a me
le cose che volevo per te
che dirti non potrò.
Il sole che aspettavi
non arriverà
e l'ultima speranza ormai
si spegne insieme a noi.

sobota, 27. marec 2004

o2 LA CASA DEL SERPENTE (Ivano Fossati)



Tu lo chiami amore e non lo vedi
eppure lo chiedi
col falso pudore che ha
chi provoca l'amore e non ne da
tu che dici amore in quale amore credi
tu in punta di piedi
che vegli la tua libertà
se c'è amore non è te che prenderà.
Io so soltanto che con te ho aspettato
qualche cosa che non è arrivato
ma stare a corto di pazzia
mi toglie l'allegria, la voglia
di mandare il sangue al cuore
di mandare sangue al cuore
io so soltanto che con te ho aspettato
e che il tempo mio non è bastato.
Ma la casa del serpente ha i suoi colori
il sole ne sta fuori
non sfiora la fragilità
di chi fa della paura una sua serenità.
Io so soltanto che con te ho aspettato
qualche cosa che non è arrivato
ma stare a corto di pazzia
mi toglie l'allegria, la voglia
di mandare il sangue al cuore
di mandare sangue al cuore
e la casa del serpente avrà sempre il suo colore.
Io so soltanto che con te ho aspettato
qualche cosa che non è arrivato.
Io so soltanto che con te ho aspettato. 







petek, 26. marec 2004

157 LA CASA (Zappalà / Mancuso)



Oggi qualcuno mi ha detto:
‘ Vieni ad abitare la mia casa!’
L'anima ha esultato
e un canto mi è sgorgato dal cuor.
Oh com'è bello e gioioso Signor
abitare nella tua casa,
dove ognuno si riposa
ed il cuore è ripieno di gioia.
Voglio cantare, sempre, voglio cantar
e donare  la gioia, Signore,
per quest'armonia divina
che la tua dimora mi dà.
Sapienza e luce in ogni cosa
risaltan lo splendor.
La casa tua, Signore,
vorrò sempre abitar!







27o LA CASA


četrtek, 25. marec 2004

13 LA CANZONE DI MARINELLA (Fabrizio De Andrè)









Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla sua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose la mano sui tuoi fianchi
Furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno , come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose. 





sreda, 24. marec 2004

12 LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO (Fabrizio De Andrè)


Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo. 




torek, 23. marec 2004

o5 LA CANZONE DELLA VERITÀ (Enrico Ruggeri)


Ho cantato certe storie, che facevo sempre mie
le sconfitte, le vittorie, e le mie poesie
tra le pieghe della vita, quanto dura una partita
ma le maschere che indosso, non mi cambieranno mai
quanta strada che ho lasciato, quanti posti ho conosciuto
quante volte ho traslocato, per cercare di più
sempre a correre più forte, non sapendo dove vai
ma la macchina del tempo non mi condiziona mai
uomo no, non è soltanto un fatto di velocità
non è la notte che verrà
che ci fa sentire così fragili
che ci toglie felicità
la verità è che noi non abbiamo mai, verità .
Non è che manchi voglia oppure fantasia
in questo tempo che va via
e ci fa sentire così deboli
ci toglie serenità
la verità è che noi non abbiamo mai, verità
quante sere ho consumato, a tempestarmi di domande
quanta gente ho conosciuto per sapere di più
le ferite più profonde che ora tu non guarirai
però i tagli ricevuti non mi fermeranno mai.




 



ponedeljek, 22. marec 2004

18 LA CANZONE DEL SOLE (Lucio Battisti)









Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi
le tue calzette rosse
e l'innocenza sulle gote tue
due arance ancor più rosse
e la cantina buia dove noi
respiravamo piano
e le tue corse, l'eco dei tuoi no, oh no
mi stai facendo paura.
Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Ma quante braccia ti hanno stretto, tu lo sai
per diventar quel che sei
che importa tanto tu non me lo dirai, purtroppo.
Ma ti ricordi l'acqua verde e noi
le rocce, bianco il fondo
di che colore sono gli occhi tuoi
se me lo chiedi non rispondo.
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
o mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
Le biciclette abbandonate sopra il prato e poi
noi due distesi all'ombra
un fiore in bocca può servire, sai
più allegro tutto sembra
e d'improvviso quel silenzio fra noi
e quel tuo sguardo strano
ti cade il fiore dalla bocca e poi
oh no, ferma, ti prego, la mano.
Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Io non conosco quel sorriso sicuro che hai
non so chi sei, non so più chi sei
mi fai paura oramai, purtroppo.
Ma ti ricordi le onde grandi e noi
gli spruzzi e le tue risa
cos'è rimasto in fondo agli occhi tuoi
la fiamma è spenta o è accesa?
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
o mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
Il sole quando sorge, sorge piano e poi
la luce si diffonde tutto intorno a noi
le ombre ed i fantasmi della notte sono alberi
e cespugli ancora in fiore
sono gli occhi di una donna
ancora piena d'amore. 




nedelja, 21. marec 2004

11 LA CANZONE DEI PUFFI (Canzone per bambini)

Chi siano non lo so
gli strani ometti blu
sono alti suppergiù
due mele e poco più
Noi Puffi siam così

noi siamo tutti blu
puffiamo suppergiù
due mele e poco più
Vivono via da qui

nell'incantata città
riparata dalla terra
dal deserto e dai monti
e dal mar
Son case buffe sai

i funghi lì laggiù
nel bosco le vedrai
vicino al fiume blu
Puffiamo noi laggiù

i funghi buffi assai

puffarli tu potrai
vicino al fiume blu
Hanno un ponte che poi

attraversano per
ricercar nella foresta
quel che più gli serve
e più gli va
E via dalla città

amici hanno già
e senza esitar
li vanno a trovar
Ma hanno anche dei nemici

Gargamella il mago
e il suo gatto Birba
"Maledetti Puffi vi avrò
e vi ridurrò in purè!" [voce di Gargamella]
Ma i Puffi hanno già

trecento volte e più
scacciato questi qui
lontan dalla città
Il Grande Puffo però

trasformare saprà

un puffo assai cattivo
in un puffo che puffa
a bontà
Noi Puffi siam così

noi siamo tutti blu
puffiamo suppergiù
due mele e poco più
lalallallalalà

lalallallalalà
lalallallalalà
lalallallalalà....

sobota, 20. marec 2004

1o LA CANZONE DEI MONDIALI '90 - UN'ESTATE ITALIANA (Gianna Nannini)


 



Forse non sarà una canzone
a cambiare le regole del gioco
ma voglio viverla cosi quest'avventura
senza frontiere e con il cuore in gola
E il mondo in una giostra di colori
e il vento accarezza le bandiere
arriva un brivido e ti trascina via
e sciogli in un abbraccio la follia
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
e negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più
Quel sogno che comincia da bambino
e che ti porta sempre più lontano
non è una favola - e dagli spogliatoi
escono i ragazza e siamo noi
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
E negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
E negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più
un'avventura
Un'avventura in più
un'avventura goal!

petek, 19. marec 2004

23 LA CANZONE DEGLI ANGIOLETTI (Canzone per bambini)






Bodon bodon bodon bodon bodon bodon
Bodon bodon bodon bodon bon bon
Cantiamo tutti insieme la canzon degli angioletti
che scesero dal cielo per fare la pipì
E videro la radio, la cine e la tivì
e si dimenticarono di fare la pipì
E videro la Jaguar, la Mini e la GT
e si dimenticorono di fare la pipì
E videro la Lollo, la Claudia e la BB
e si dimenticarono di fare la pipì
E voi cari signori che udiste fino a qui
vi siete ricordati di fare la pipì?
Andiamo tutti in fila dietro quel muretto li
facciamo tutti insieme tutta quanta la pipì









četrtek, 18. marec 2004

24 LA CANZONE DELLA CREAZIONE (Canzone per bambini)



Un bel giorno un gran Signore con la barba e un bel vocione
per sentirsi meno solo volle fare una canzone.
Sul bel nulla ch'era attorno Lui tiro' cinque righette;
fatto aveva il pentagramma con la chiave e le stanghette.
Canta questa canzone e non badare al pitone:
lui vuole farti stonare percio' non farlo parlare. 
Chi dirige ha talento e' proprio un grande portento
il Signore da' il "LA": trullallero trullalla'.
Ma Lucifero, accidenti per le scale era negato
fu per questo che quel giorno cadde nello scantinato. 
Quale sincope nel cuore! Che battuta sul testone!
Fu per questo contrattempo che si trasformo' in pitone. 
Ma per quello scivolone fu feroce la sua stizza:
la sfogo' con grande astuzia sull'Adamo, gran solista. 
Era il tempo delle mele quando Eva solfeggiava
presso l'albero proibito col serpente che fischiava. 
Al veder quel pomo tondo Eva disse: "Me lo dia"
ma le venne un po' stonata anzi troppo, mamma mia!
Fu per quella stonatura che si ruppe l'armonia:
si arrabbio' il Compositore quando disse: "Tutti via!"
Fu per questo che il Gran Capo ci mando' un bel musicista:
veramente pieno d'estro, lo chiamavano: "Maestro". 
Scelse dodici elementi per formare un bel coretto. 
Pietro aveva anche la chiave: nel solfeggio era perfetto. 
Paolo andando a Damasco ebbe un'illuminazione
Pietro invece in quel di Roma era il re della canzone. 
La Canzone non finisce dura sempre piu' del mondo
canteremo il ritornello tutti assieme in girotondo. 

sreda, 17. marec 2004

12 LA CAMPANA (Francesco De Gregori)

 

La campana ha suonato tutto il giorno,
là dove i cani hanno abbaiato, ho pianto lacrime
fino all'osso, lacrime d'osso sul selciato.
Incollato sull'asfalto della strada,
ma è stato così lontano,
dalla dolcezza cui tutti hanno diritto.
Io con un fascio di giornali in mano.
E con un fascio di giornali in mano pensavo,
si può anche morire di dolore.
I miei amici, lo sai, sono tutti segnati, i miei amici,
lo sai, sono tutti in galera,
sono tutti fregati, sono tutti schedati.
E avevo nella testa una fontana,
una pioggia di pensieri cattivi,
mentre la gente seduta al tavolino
contava il tempo con gli aperitivi.
Ed io incollato sulla strada pensavo,
ma tutto questo deve pure finire,
e camminavo come un uomo tranquillo.
E sotto questo grande cielo azzurro,
finalmente, mi sentivo un uomo solo.
I miei amici lo sai, sono tutti segnati,
i miei amici, lo sai, sono tutti in galera,
sono tutti fregati, sono tutti schedati. 




torek, 16. marec 2004

156 LA CAMBIALE (Ciprì / Mancuso)

ORIGINAL


''samo spremljava''




Ogni mattina
appena mi sveglio
ho un conto da regolare
ho una cambiale
in bianco da firmare
in favore della gente
che nel giorno
incontrerò.
Mi alzo e già qualcuno
chiede subito un acconto:
“prepara la colazione
il tavolo non è ancor pronto”
e già di buon mattino
la pressione sale.
Pago così l’anticipo
della mia cambiale.
Sul tram gremito
cedo il posto ad un uomo anziano
abbozzo un bel sorriso
ad un tipo molto strano
che mi ha pestato un piede
dove già faceva male:
è la seconda quota
della mia cambiale.
Al lavoro la collega
racconta i suoi malanni
dolori da ogni parte
e non ha più vent’anni
sto lì ad ascoltarla
la storia è sempre uguale
ma pago anche per lei
con la mia cambiale.
E poi tanti imprevisti
gli scatti d’impazienza
giornate che non so
proprio opporre resistenza
la vita si scombina
dal corso suo normale
diventa un po’ pesante
per la mia cambiale.
E i prezzi ancora aumentano
un incidente a tizio
chi si ripaga a torto
chi ha su di me un giudizio
la somma forse esorbita
non so come pagare
non trovo più risorse
per la mia cambiale.
Ma proprio quando affogo
mi accorgo che al mio posto
qualcuno ha già pagato
ed anche ad alto costo
rimango un poco attonito
non oso più parlare
mi esce solo un grazie
così per ricambiare.
So che davanti a Lui
non devo aver complessi
ma solo gratitudine
lasciando gli interessi
la sua moneta è amore
e solo quella vale
unisco allor la mia
alla sua cambiale.










ponedeljek, 15. marec 2004

o6 LA BELLA LA VA AL FOSSO (Canto popolare italiano)





La bella la va al fosso
ravanei remolaz barbabietol' e spinaz
tre palanche al mazz
la bella la va al fosso
al fosso a resentar
e al fosso a resentar.
Intant che la resenta
ravanei remolaz
intant che la resenta
al ghè cascà l'anel
o al ghè cascà l'anel.
La alza gli occhi al cielo
ravanei remolaz...
Ia alza gli occhi al cielo
ravanei remolaz...
la vide il ciel seren
e la vide il ciel seren.
La sbassa gli occhi all'onda
ravanei remolaz...
la sbassa gli occhi all'onda
la vide un pescator.
e la vide un pescator.
O pescator dell'onda
ravanei remolaz...
o pescatore dell'onda
pescatemi l'anel
o pescatemi l'anel.
E quand l'avrai pescato
ravanei remolaz...
e quand l'avrai pescato
un regalo ti farò
Andrem lassù sui monti
ravanei remolaz...
Sui monti a far l’amor





nedelja, 14. marec 2004

44 LA BELLA GIGOGIN (Canto popolare italiano)

 

 
 
 
A# F A# F A#

                                F           A#
oh la bella gigogin tralla lereri tralla lera' 
                                   F7
la'a spascu so spusin tralla leri llereri' lella'. 
A#         Gm                F
a quindici anni facevo l'amore 
dai vieni avanti un passo 
    F7             A#
delizia del mio cuore 
         Gm                F
a sedici anni ho preso marito 
dai vieni avanti un passo 
                   A#
delizia del mio cuore 
           Gm              F
a diciassette mi sono partita 
dai vieni avanti un passo 
delizia del mio cuore 
A#                                 Dm
la bele la bele la bella alla finestra 
        F                          A#
l'e' tu l'e' tu l'e' tutta incipriata 
                                  Dm
la dis la dis la dis che l'e' malada 
        F                            A#
per non per non per non mangiar polenta 
                             F
biso biso bisogna aver pazienza 
                 F7
lasse lasse lassela maritar 

A# F A# F A# F A# F7 A# Gm F F7 A# Gm F A# Gm F A# F A#

sobota, 13. marec 2004

o2 LA BANDA (Claudio Chieffo - Revival)

 
 
 
 
 
 
 
 
Si è vero, ho fatto lo spazzino
ma avevo un desiderio dentro al cuore.
Mi ricordo, quando ero bambino,
che lo chiedevo sempre anche al Signore
Avrei voluto essere una banda 

col direttore pa-pa-pa che la comanda
ma una piccola banda di paese 

pochi elementi senza pretese. Però volevo essere io tutto, 
dalla grancassa pa-pa-pa al clarinetto,
la tromba, il trombone e il sax-tenore 

e nello stesso tempo il direttore
Ma era un sogno perch
è ero stonato 
ed il tempo non sapevo tener.
Per seguire della musica l'ebbrezza

mi misi a lavorare nella nettezza.
D'ogni banda che suonava in piazza
l'ascoltavo abbracciato alla ramazza.

Ma quella sera c'era molta gente

ed io là in fondo non sentivo niente.
Allora sotto il palco sono andato:
chi lo sapeva che sarebbe crollato.
Adesso sono sempre nella banda

col direttore pa-pa-pa che la comanda,
ma la banda
è di grandi proporzioni, 
solo di trombe siam due milioni.
Certo, fra di noi c'è un grande affiatamento 

ma il direttore pa-pa-pa che è un gran portento
è un tipo eccezionale e ci ha dell'estro
e tutti qui lo chiamano: "Maestro"

petek, 12. marec 2004

14 LA BANDA (Mina)




Una tristezza così non la sentivo da mai
ma poi la banda arrivò e allora tutto passò
volevo dire di no quando la banda passò
ma il mio ragazzo era lì e allora dissi di sì.
E una ragazza che era triste sorrise all'amor
ed una rosa che era chiusa di colpo sbocciò
ed una frotta di bambini festosi si mise a suonar come fa la banda.
E un uomo serio il suo cappello per aria lanciò
fermò una donna che passava e poi la baciò
dalle finestre quanta gente spuntò
quando la banda passò cantando cose d'amor
quando la banda passò nel cielo il sole spuntò
ma il mio ragazzo era lì e allora dissi di sì
la banda suona per noi, la banda suona per voi.
E dai portoni quanta gente cantando sbucò
e quanta gente da ogni vicolo si riversò
e per la strada quella povera gente marciava felice dietro la sua banda.
Se c'era un uomo che piangeva sorrise perché
sembrava proprio che la banda suonasse per lui
in ogni cuore la speranza spuntò quando la banda passò






četrtek, 11. marec 2004

o4 LA BAMBOLA (Patty Pravo)



Tu mi fai girar
come fossi una bambola
poi mi butti giù.
Non ti accorgi quando piango
quando sono triste e stanca tu
pensi solo per te.
No ragazzo no

del mio amore non ridere
non ci gioco più
quando giochi tu
sai far male da piangere.
Da stasera la mia vita
nelle mani di un ragazzo no,
non la lascerò più.
No ragazzo no

tu non mi metterai
tra le dieci bambole
che non ti piacciono più. 



  

sreda, 10. marec 2004

o6 LA BAMBA (Los Lobos)





Yo no soy marinero
Yo no soy marinero, soy capitán
Soy capitán, soy capitán
Bamba, bamba
Para bailar la bamba
Se necesita una poca de gracia
Una poca de gracia pa mi pa ti
Ay y arriba y arriba
por ti seré


torek, 9. marec 2004

1o LA BALLATA DELL'AMORE CIECO (Fabrizio De Andrè)


Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.
Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.
Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.
Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.
Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.
Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.
Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.
E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.
Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.