Prikaz objav z oznako CANTAUTORI ITALIANI: 024 GIORGIO GABER. Pokaži vse objave
Prikaz objav z oznako CANTAUTORI ITALIANI: 024 GIORGIO GABER. Pokaži vse objave

sreda, 14. februar 2007

18 UN'IDEA (Giorgio Gaber)


Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
In Virginia il signor Brown
era l'uomo più antirazzista
un giorno sua figlia sposò
un uomo di colore
lui disse: "Bene"
ma non era di buonumore.
Ad una conferenza
di donne femministe
si parlava di prender coscienza
e di liberazione
tutte cose giuste
per un'altra generazione.
Su un libro di psicologia
ho imparato a educare mio figlio
se cresce libero il bimbo
è molto più contento
l'ho lasciato fare
m'è venuto l'esaurimento.
Il mio amico voleva impostare
la famiglia in un modo nuovo
e disse alla moglie
"Se vuoi, mi puoi anche tradire".
Lei lo tradì
lui non riusciva più a dormire.
Aveva tante idee
era un uomo d'avanguardia
si vestiva di nuova cultura
cambiava ogni momento
ma quand'era nudo
era un uomo dell'Ottocento.
Ho voluto andare
ad una manifestazione
i compagni, la lotta di classe
tante cose belle
che ho nella testa
ma non ancora nella pelle 





ponedeljek, 22. januar 2007

17 UNA FETTA DI LIMONE (Giorgio Gaber)


Signora non ci siamo capiti
signora sta a sentir quel che ti dico
no ai tuoi baci dico no
no al tuo amore dico no
al tuo languido sorriso dico no no no
non voglio i tuoi palazzi non voglio
le ricchezze non voglio le carezze
sei ricca ma sei racchia
ma guardati allo specchio
non vedi che sei vecchia
dimmi che vuoi da me
ma visto che tu insisti
nel farmi le proposte
ti diro qualcosa c'è
che desidero da te
una fetta di limone una fetta di limone nel té
non voglio i cento sacchi ne il grano
per gl'intappi ne regalini a mucchi
sei ricca ma sei sciocca per me sei
troppo secca per questo non m'incucchi.





nedelja, 12. november 2006

16 TRANI A GOGÒ (Giorgio Gaber)


Seconda traversa
a sinistra nel viale
ci sta quel locale
abbastanza per male
che chiamano
trani a gogo
si passa la sera
scolando barbera
nel trani a gogo
c'è un vecchio barista
dall'aria un po' triste
che si gratta in testa
poi serve il caffé
e un toast a me
nel trani a gogo
ci son quattro dischi
due tanghi una polka
un'antica mazurka
due mosci foxtrot
e il twist non c'è
nel trani a gogo
si passa la sera
scolando barbera
nel valpolicella
la vecchia zitella
cerca l'amor
nel trani gogo
chi gioca a boccette
e chi fa a cazzotti
un vecchio a tresette
ha perso il paltò
l'ha perso con me
nel trani a gogo
c'e' un pregiudicato
uscito da poco
che spiega a un amico
l'errore che fece
e che pagò
nel trani a gogo
si passa la sera
scolando barbera
c'è il gruppo affiatato
che intona stonato
mi sun alpin
nel trani gogo
per fare del colore
c'è il finto pittore
col finto scrittore
che parlan di sè
tra sè e sè
nel trani a gogo
c'e' il tipo che in pista
non sbaglia mai un passo
è un mezzo califfo
peccato che è zoppo
chissà se no
nel trani a gogo
si passa la sera
scolando barbera
nel trani a gogo





četrtek, 9. november 2006

15 TORPEDO BLU (Giorgio Gaber)









Vengo a prenderti stasera sulla mia torpedo blu,l'automobile sportivache mi dà un tono di gioventù.Già ti vedo elegantissimacome al solito sei tu.Sembrerai una Jean Harlowsulla mia torpedo blu.indosserò un bel doppiopettoed un cappellone, come Al Capone,e in camicetta e maxigonnatu mi accenderai il sigarone.Vengo a prenderti stasera,suono il clacson, scendi giù,e mi troverai seduto sulla mia torpedo blu.Vengo a prenderti stasera sulla mia torpedo blu.E' una vera fuoriserie come senz'altro sei tu.Vengo a prenderti stasera sulla mia torpedo blue saremo una gran coppia,sulla mia torpedo blu.Ha la capote in grigio perlatutta in seta Gloria,ma è molto seria.Sul radiatore, sopra il tappo,tu vedrai la statua della vittoria.Vengo a prenderti stasera,suono il clacson, scendi giù,e mi troverai seduto sulla mia torpedo blu.





petek, 2. december 2005

14 QUELLO CHE PERDE I PEZZI (Giorgio Gaber)


Il polpaccio nella mia vita non è determinante. Ne posso benissimo fare a meno. Quando m’è caduto non me ne sono neanche accorto.
Perdo i pezzi ma non è per colpa mia
se una cosa non la usi non funziona
ma che vuoto se un ginocchio ti va via
che tristezza se un’ascella ti abbandona.
Che rimpianto per quel femore stupendo
ero lì che lo cercavo mogio mogio
poi dal treno ho perso un braccio salutando
mi dispiace che c’avevo l’orologio.
Che distratto, perdo sempre tutto!
Passeggiavo senza stinchi col mio amore
ho intravisto nei suoi occhi un po’ d’angoscia
io l’amavo tanto e c’ho lasciato il cuore
c’ho lasciato già che c’ero anche una coscia.
A una festa con gli amici ho perso un dito
"Ve l’ho detto di non stringermi la mano!".
Son rimasto un po’ confuso e amareggiato
quando ho visto le mie chiappe sul divano.
Che routine. Così uno si smonta. Guarda quello lì, c’ha ancora una tibia. Che invidia.
C’è qualcuno che comincia a lamentarsi
"Che disordine in città", io lo capisco
tutto pieno di malleoli e metatarsi
a momenti scivolavo su un menisco.
Oramai io camminavo con il petto
c’era uno senza pancia, un po’ robusto
era fermo e mi guardava con sospetto
solidale c’ho lasciato mezzo busto.
C’era lì anche un mendicante, senza gambe e senza braccia. Non lo cagava nessuno!
Con quel poco che c’ho ancora me la cavo
non mi muovo ma ragiono molto bene
ora c’ho praticamente un gran testone
e un testicolo per la riproduzione.
Va be’, vorrà dire che non farò sport.
Però mi vengono bene le parole crociate.






torek, 11. oktober 2005

13 PORTA ROMANA (Giorgio Gaber)


Porta Romana bella, Porta Romana!
E' già passato un anno da quella sera...
Un bacio dato in fretta sotto un portone.
In un cortile largo e fatto a sassi
io fischio e tu ti affacci a una ringhiera,
poi scendi e il pomeriggio è tutto nostro,
in giro per i prati fino a sera.
M'han detto che sei andata ad abitare
in un quartiere nuovo, più elegante,
ti sei sposata, è giusto, è regolare,
da me, lo so, non t'aspettavi niente.
Passa un ciclista e canta, la voce s'allontana.
Un anno è lungo e brutto da passare,
d'amore non si muore, sarà anche vero,
ma quando ci sei dentro non sai che fare.
Un cinemino forse fatto apposta,
due film in una volta cento lire,
ci siamo andati insieme ad ogni festa,
seduti in fondo, là senza guardare.
Quel giorno mi hai detto "Adesso basta".
Io zitto preferivo non sentire,
ma tu hai insistito "No, sul serio, basta"
come se fosse facile capire.
festeggia un ubriaco la fine settimana.






sobota, 25. junij 2005

12 OH MADONNINA DEI DOLORI (Giorgio Gaber)


Oh madonnina dei dolori
quanti dolori avete voi…
oh madonnina dei dolori
adesso vi racconto i miei.
Voi siete piena di dolori
ma anch’io credete non ne posso più
c’ho sempre un sacco di dolori
c’ho i reumatismi, sono molto giù.
Anche i rapporti con mia moglie
da un po’ di tempo non ne abbiamo mai
ma d’altra parte è risaputo
che anche Giuseppe vi rispetta assai.
Per voi direi è anche giusto
tu sei la Vergine Maria
per noi la cosa è un po’ diversa
a noi ci viene la malinconia.
Di vostro figlio sanno tutti
che non l’avete concepito voi
di questi casi ce ne sono molti
la stessa cosa è capitata a noi.
Il vostro è figlio del Signore
il famosissimo Gesù
il nostro è figlio di un signore
l’ha messa incinta e non s’è visto più.
Gesù era buono più di un santo
ma il porco Giuda lo tradì
mio figlio no, non era proprio un santo
una spiata ed è finita lì.
Il tuo figliolo è morto in croce
quanto ha sofferto lo sai solo tu
il mio è in galera da una vita
povero cristo non vien fuori più. 





sobota, 9. oktober 2004

11 LO SHAMPOO (Giorgio Gaber)


Una brutta giornata
chiuso in casa a pensare
una vita sprecata
non c'è niente da fare
non c'è via di scampo
mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo.
Uno shampoo?
Una strana giornata
non si muove una foglia
ho la testa ovattata
non ho neanche una voglia
non c'è via di scampo
devo farmi per forza uno shampoo.
Uno shampoo?
Scende l'acqua, scroscia l'acqua
calda, fredda, calda...
Giusta!
Shampoo rosso e giallo, quale marca mi va meglio?
Questa!
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve. 
La schiuma è una cosa buona, come la mamma, che ti accarezza la testa quando sei triste e stanco: una mamma enorme, una mamma in bianco.
Sciacquo, sciacquo, sciacquo.
Seconda passata.
Son convinto che sia meglio quello giallo senza canfora.
I migliori son più cari perché sono antiforfora.
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve. 
La schiuma è una cosa pura, come il latte: purifica di dentro. La schiuma è una cosa sacra che pulisce la persona meschina, abbattuta, oppressa. È una cosa sacra. Come la Santa Messa.





ponedeljek, 2. avgust 2004

o9 L'AMICO (Giorgio Gaber)


Beh cos’è quella faccia eh? Dài su, non ne facciamo un dramma. Vedrai che quando sarai guarito ci ridi sopra!
Ma cosa fai? Ma cosa fai?
Dài non piangere, sei peggio d’un bambino!
Ma guarda un po’, alla tua età!
D
ài finiscila, che vuoi che sappiano le suore!
Ma smettila fissato, è chiaro che guarisci!
Ma che ti metti in mente, vedrai che starai bene.
Vedrai, andremo in giro insieme e troveremo il bosco pieno di animali
e poi andremo con la barca dove il mare è alto in mezzo ai pescecani
e poi stanchi morti andremo fuori a cena dalla zia Morina
che ci farà il coniglio e ci darà quel vino che c’ha solo lei.
Ci ubriacheremo insieme e canteremo in coro le nostre canzoni
e poi ci butteranno fuori e sveglieremo tutti pieni d’allegria.
Ma cosa fai? Ma cosa fai?
Ma piangi ancora, dài, non è poi tanto grave.
Non far così, dà retta a me, non hai niente,
ho già parlato col dottore.
Ti senti di morire, ma via, che cosa dici?
Vedrai che domattina starai senz’altro meglio. 
Vedrai, ti porterò a ballare e ti farò sentire in forma come allora
vedrai, le nostre mogli a casa, andremo in giro soli in cerca d’avventura
e come da ragazzi tu sarai il migliore e mi farai soffrire
mi ruberai la donna e mi dirai ridendo che ami solo lei. 





ponedeljek, 21. junij 2004

1o LA RISPOSTA AL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK (Giorgio Gaber)


Era un ragazzo un po' come tanti
che lavorava tirava avanti
e aspettava senza pretese
il suo stipendio a fine mese
la madre a carico in due locali
mobili usati presi a cambiali
in un palazzo un po' malandato
servizi in corte fitto bloccato...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
morta la madre rimasto solo
pensa alle nozze e alla morosa
che già prepara il velo da sposa
ed il corredo per la sua casa
per quella casa fitto bloccato
tremila al mese spese comprese
lui la guardava tutto contento
ed aspirava l'odor di cemento...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
già tutto è pronto
le pubblicazioni
il rito in chiesa e i testimoni
quand'ecco arriva un tipo astratto
con barba e baffi e viso distratto
quel palazzo un po' malandato
va demolito per farci un prato
il nostro amico la casa perde
per una legge del piano verde...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
persa la casa fitto bloccato
la sua morosa lo ha abbandonato
l'amore è bello ma non è tutto
e per sposarsi ci vuole un tetto
ora quel prato è frequentato
da qualche cane
e qualche coppietta
e lui ripensa con gran rimpianto
a quella casa che amava tanto...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...






torek, 11. maj 2004

o8 LA LIBERTÀ (Giorgio Gaber)








Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.





nedelja, 7. marec 2004

o6 LA BALLATA DEL CERUTTI (Giorgio Gaber)


Io ho sentito molte ballate
quella di Tom Dooley
quella di Davy Crocket
e sarebbe piaciuto anche a me
scriverne una così
invece invece niente
ho fatto una ballata
per uno che sta a Milano
al Giambellino
il Cerutti Cerutti Gino
Il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
vent'anni biondo mai una lira
per non passare guai
fiutava intorno che aria tira
e non sgobbava mai
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
una sera in una strada scura
occhio c'è una lambretta
fingendo di non aver paura
il Cerutti monta in fretta
ma che rogna nera quella sera
qualcuno vede e chiama
veloce arriva la pantera
e lo vede la madama
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
ora è triste e un poco manomesso
si trova al terzo raggio
è lì che attende il suo processo

forse vien fuori a Maggio
s'è beccato un bel tre mesi il Gino
ma il giudice è stato buono
gli ha fatto un lungo verborino
è uscito col condono
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
è tornato al bar Cerutti Gino
e gli amici nel futuro
quando parleran del Gino
diran che è un tipo duro





sobota, 6. marec 2004

o7 LA BALILLA (Giorgio Gaber)

Vorí savé el mestee che fo mi
cominci ai dodes finissi a mezzdì
vendi lisciva, soda e savòn
l’acqua bugàda col motoforgòn....
col motoforgòn
Mi vo in gir de chi e de là
mi vo in gir per lavora
troeuvi tanti bigliètt de milla
m’ è vegnùu in mént de comprà ona balilla,
ona balilla
El Carnera ch’el tira de dèster
cont on bôff el me s’céppa i balèster
la mia sorèlla pussée piscinìna
la ciàppa la ciòcca con la benzina,
con la benzina
L’ é stàda la ràbbia di me fredej
che m’han mangiàa anca i budej,
la mia cusìna che la stà in la mia porta
la m’ha mangiàa anca la roeùda de scorta,
la roeùda de scorta
Sono bel pulito, Leonello mangiarottàm,
la balilla – la balilla- bel pulito,
và chell lì m’el sòna.
El Tonino trìchete slòfeten
l’é lì anc’mò ch’el pìssa in del còfen
sont còrs lì a ciàma el dottòr
el gh’aveva in bocca el radiatòr-
el radiatòr
I me nevoìt pusée piscinìt
sàlten dénter e màngen i vit
in d’on cantòn ch’é la mia zia
cont in bocca la carrozzeria-
la carrozzeria





četrtek, 2. oktober 2003

o5 IL GATTO SI MORDE LA CODA (Giorgio Gaber)


Il gatto si morde la coda, si morde la coda, il gatto.
Il gatto si morde la coda e non sa che la coda è sua
io sono mordace (eh già) sono sagace (si)
io sono intelligente e son feroce con la gente
se trovo uno del tutto normale lo tratto male
lo tratto male perchè
Gli trovo mille difetti ma posso fare di più
ma posso fare di più, di più
A cominciare da come cammina per non parlare di come si veste
ma nell'insieme guardandolo meglio assomiglia a chi?
Io sono tagliente (molto) sono imprudente (alquanto)
ma sono spiritoso e anche molto coraggioso
Io non mi fermo neppure di fronte a un uomo importante
lo tratto male perchè
gli trovo mille difetti ma posso fare di più
ma posso fare di più, di più
A cominciare da cio' che si crede
per non parlare di cio' che non vede
ma se ci penso magari vorrei essere come lui
Questo è quanto nelle mie possibilità.






sobota, 3. maj 2003

o4 GENEVIÈVE (Giorgio Gaber)


Quando tu eri ancor l'amor Genevieve
solo allor la mia vita ignorava il dolor
Quando tu eri qui con me Genevieve
tutto in te ricordava il profumo dei fior
Tu sei partita, fuggita via da me
i tuoi baci non avrò mai più
i tuoi occhi, la tua bocca, mai più dimenticherò
Or che tu non sei più il mio amor, Genevieve
dove mai troverò felicità? Genevieve




sreda, 12. marec 2003

o3 FAR FINTA DI ESSERE SANI (Giorgio Gaber)


Vivere, non riesco a vivere
ma la mente mi autorizza a credere
che una storia mia, positiva o no
è qualcosa che sta dentro la realtà.
Nel dubbio mi compro una moto
telaio e manubrio cromato
con tanti pistoni, bottoni e accessori più strani
far finta di essere sani.
Far finta di essere insieme a una donna normale
che riesce anche ad esser fedele
comprando sottane, collane, creme per mani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...
Liberi, sentirsi liberi
forse per un attimo è possibile
ma che senso ha se è cosciente in me
la misura della mia inutilità.
Per ora rimando il suicidio
e faccio un gruppo di studio
le masse, la lotta di classe, i testi gramsciani
far finta di essere sani.
Far finta di essere un uomo con tanta energia
che va a realizzarsi in India o in Turchia
il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...
Vanno, tutte le coppie vanno
vanno la mano nella mano
vanno, anche le cose vanno
vanno, migliorano piano piano
le fabbriche, gli ospedali
le autostrade, gli asili comunali
e vedo bambini cantare
in fila li portano al mare
non sanno se ridere o piangere
batton le mani.
Far finta di essere sani.






sobota, 27. julij 2002

o2 COM'È BELLA LA CITTÀ (Giorgio Gaber)


La città di Milano ha una struttura tipicamente concentrica. I nostri interventi tendono a razionalizzare dov’è possibile tutto ciò che riguarda la viabilità, i servizi, le strutture primarie, le infrastrutture. Si deve dare al cittadino uno spazio vitale, abitabile, confortevole, soprattutto congeniale alla sua natura intima e al tempo stesso operosa. In questo contesto, in questo contesto, in questo contesto…
Vieni, vieni in città
che stai a fare in campagna?
Se tu vuoi farti una vita
devi venire in città.
Com’è bella la città
com’è grande la città
com’è viva la città
com’è allegra la città.
Piena di strade e di negozi
e di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più. 





sreda, 5. junij 2002

o1 CERCO UN GESTO, UN GESTO NATURALE (Giorgio Gaber)


Mi guardo dal di fuori come fossimo due persone
osservo la mia mano che si muove, la sua decisione
da fuori vedo chiaro, quel gesto non è vero
e sento che in quel movimento io non c’ero.
A volte mi soffermo e guardo il fumo di una sigaretta
la bocca resta aperta, forse troppo, poi si chiude in fretta
si vede chiaramente che cerco un’espressione
che distacco, che fatica questa mia finzione.
Cerco un gesto, un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio
cerco un gesto, un gesto naturale
intero come il nostro Io.
E invece non so niente, sono a pezzi, non so più chi sono
capisco solo che continuamente io mi condiziono
devi essere come un uomo, come un santo, come un dio
per me ci sono sempre i come e non ci sono io.
Per tutte quelle cose buone che non ho ammazzato
chissà nella mia vita quante maschere ho costruito
queste maschere ormai sono una cosa mia
che dolore, che fatica buttarle via.
Cerco un gesto, un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio
cerco un gesto, un gesto naturale
intero come il nostro Io.
Cerco un gesto, un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio
cerco un gesto, un gesto naturale
intero come il nostro Io.