Il Crocifisso, la Trinità, la Chiesa
Lo schema iconografico usato da Nicoletto Semitecolo - Cristo crocifisso sorretto dal Padre che alita su di lui lo Spirito Santo - era quello preferito dal Medioevo europeo per raffigurare la Trinità.
Servendosi di questa formula, all'inizio del XV secolo il fiorentino Masaccio crea un'opera di singolare spessore teologico: l'affresco eseguito tra il 1425 e il 1427 per la chiesa dei domenicani a Firenze, Santa Maria Novella (Ill. 127).
L'opera presenta la Trinità nell' "economia" della salvezza: fa vedere, cioè, la vita del Dio uno e trino al punto di intersezione con la vita umana.
Questo "punto di intersezione" è lo stesso Cristo in croce, sostenuto e innalzato dal Padre (nella parte superiore della composizione), il quale gli dà lo Spirito (la bianca colomba tra la barba del Padre e l'aureola del Figlio).
Dall'eternità di Dio, si scende - in Cristo - nella storia, e, attraverso Cristo, nella vita di uomini e donne: Maria, la madre di Gesù, Giovanni il discepolo diletto, e poi i due donatori inginocchiati a destra e sinistra.
Giovanni si torce le mani e guarda angosciato l'Amico in croce; Maria invece guarda lo spettatore, indicando Cristo, come se volesse invitare il credente a regionare...
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