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sreda, 18. oktober 2006

12 TI AVRÒ (Enrico Ruggeri)


Hai mai seguito il volo
di un falco o di un gabbiano,
traiettorie ardite nel vento,
dentro al cielo lontano?
Io sono così
e ho voglia di volare,
mentre dico che ti avrò.
E ti avrò.
Hai osservato il pasto
di un qualsiasi felino
o la voglia di vivere che
fa gridare il bambino?
Io sono così
e non mi posso fermare
quando dico che ti avrò.
Ti avrò.
Ti avrò perché sto male
se non ti sento mia,
ti avrò perché non posso più aspettare.
Ti avrò perché ti voglio
e con la fantasia
ho costruito un mondo
che dovrai guardare solamente tu.
Hai mai cercato nella notte
tra gli animali soli,
nei percorsi imprecisi
o nei pochi colori?
Io sono così
e non mi posso sbagliare
quando dico che ti avrò.
Ti avrò.
Ti avrò perché di certo
ti conoscevo già,
ti avrò perché mi devo raccontare.
Ti avrò perché non fermo
la mia curiosità
e voglio un posto dentro alla memoria,
voglio un posto dentro te.
Non mi resistere, non esitare
chè non abbiamo tempo;
non lasciare consumare il momento.
Se domani ci regalerà una fotografia,
non lasciarla scolorire,
non buttarla via.
Ti avrò perché sto male
se non ti sento mia,
ti avrò perché non posso più aspettare.
Ti avrò perché in futuro
io ti ritroverò.
Ti avrò perché nel libro della vita mia
c'è scritto che ti avrò




 



četrtek, 12. januar 2006

11 RIEN NE VA PLUS (Enrico Ruggeri)


Rien ne va plus
e salta la pallina in mezzo a quella grande ruota,
un solo punto verde tra il rosso e il nero,
l'incognita apparente di uno zero.
Non credo a ciò che in Francia chiamano 'coup de foudre':
l'amore occupa i capillari molto lento
mediando la ragione con un nuovo sentimento.
Però…
cambiano le donne insieme alle stagioni
e allevano bambini che inseguono aquiloni;
e il musicista ancora le rincorre con nuove canzoni.
E poi….
diventano madri quelle signorine,
purchè ci sia un uomo che le veda ragazzine;
quell'uomo non le faccia invecchiare, le lasci cantare.
Potremmo sbilanciarci e dire 'pour toujours',
ma attenti a non sbagliare qualche accento,
attenti a non lasciarci spettinare dal vento.
Però…..
qualcuno poi sutura le ferite,
c'è qualcuno da fuori che ci aspetta alle uscite,
come il giocatore sconfitto che si allena per nuove partite.
La portinaia che ci dice 'buongiorno'
e il girone di andata fa posto al ritorno;
sta decollando un satellite e gravita attorno.
Pour toujours
Qualcuno poi sutura le ferite,
c'è qualcuno da fuori che ci aspetta alle uscite,
come il giocatore sconfitto che si allena per nuove partite.
Stanno dicendo 'buongiorno'
e il girone di andata fa posto al ritorno;
sta decollando un satellite e gravita attorno.



 



petek, 7. oktober 2005

1o POLVERE (Enrico Ruggeri)




Piano americano
e sfioro il tavolo con una mano.
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano.
Polvere, gran confusione, un grigio salone,
in quale direzione io caccerò la
polvere dai miei pensieri? E quanti misteri
coi pochi poteri che la mia condizione mi dà.
Aria un po’ viziata,
quella finestra andrebbe spalancata.
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.
Polvere, troppi ricordi, è meglio esser sordi
e forse è già tardi per togliere la
polvere dagli ingranaggi, dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi che la mia condizione mi dà.
Non mi cercare, chè non mi riconoscerai




 




sreda, 5. oktober 2005

o9 POCO PIÙ DI NIENTE (Enrico Ruggeri)


Caffe? Grazie, ma non ne voglio questa sera.
Lo so, vado a dormire presto, oppure salto il pasto e scappo via.
E tu, che non mi chiedi niente e stai in cucina.
E tu, nemmeno mi rispondi, oramai non ti offendi neanche più.
E non mi guardi mai, ti vedo e non ci sei.
Poco dolore, molto rancore.
Stiamo pensando forse a un vecchio amore?
Non c'è più l'ombra di un sorriso,
abbiamo già deciso.
E si separano gli sguardi,
abbiamo fatto tardi.
Ma qual è stato il momento e perché
tutto si è rotto dentro?
Ma qual è stato l'istante? Perché
non c'è rimasto poco più di niente?Niente…
Si, cambi vestiti e la pettinatura
però sai che non si torna indierto, che non si aggiusta il vetro rotto in due.
Amore solo per abitudine e stanchezza.
Cos'è, solo un'interiezione, piccola ribellione a questa età?
Troppi momenti in cui solo l'invidia altrui
ci fa fermare, ci fa restare
mentre la mente se ne vuole andare….
E si dimentica il passato,
quello che è stato è stato.
E si separano le mani,
siamo così lontani.
Ma qual è stato il motivo per cui
niente rimane vivo?
Ma qual è stato l'istante? Perché
non c'è rimasto poco più di niente? Niente...




 



sreda, 25. maj 2005

o8 NUOVO SWING (Enrico Ruggeri)


Forse il vero amore vuol restare grande,
preferisce chiudersi e morire
in un colpo invece che appassire.
Ma non puoi accettarlo
se ne sei coinvolto tu.
Corri fuori a cercarlo,
oppure non voltarti più.
La parola addio non si concepisce,
mentre sfila lento quel corteo
di esistenze apparentemente lisce
Ma un telefono suona
e tutto ricomincerà
Che stavolta sia la volta buona,
chè il presente scivola già.
Parte piano il nuovo swing
mentre corri impaziente sul ring.
Cambia il tempo attorno a te
e la musica vecchia dov'è?
Strumentisti sessionmen
hanno già sviluppato il refrain.
La canzone che vuoi tu
poco dopo
non la riconosci più.
Un minuto e poi torna il vecchio inciso
e una donna resta qui tra noi;
sento il peso dell'ultimo sorriso
di uno sguardo stremato
in una stagione che va
non sarà cancellato.
Ma suoniamo, poi si vedrà.




 




nedelja, 15. maj 2005

o7 NOTTE DI STELLE (Enrico Ruggeri)


Mi hanno detto che vivi da sola
e che spesso racconti di me.
Certi libri di scuola li tieni con te.
Come mai?
Troppo grande il tuo monolocale,
troppo vecchio il vestito che hai.
C'è una vita normale ma tu non la vuoi.
Come mai?
Non potrai liberarti di noi,
cancellare un ricordo.
Nella gente che vive con te
stai cercando qualcosa di me.
E la notte ti accorgi che scivoli via,
malgrado il silenzio c'è un canto che va;
c'è un' immagine assente che molto ti dà
e non verrà.
È  il sapore preciso che adesso non hai,
rimane un sorriso che conserverai.
E se dentro al tuo sogno c'è posto per me,
torno da te.
Era l'alba e ho sentito una voce:
un respiro lontano, un perché.
Come fosse una mano già in cerca di me.
Eri tu?
Più vicini e feriti che mai,
non è solo un ricordo.
Nella vita che scorre con me,
sto aspettando qualcosa da te.
Questa notte è un messaggio che libero va,
che prende coraggio e sorvola città.
È  una notte di stelle che guardano noi.
Quante ne vuoi?
È  la notte che accende la luce così,
la notte sorprende chi disse di sì.
È  una notte di stelle che guardano noi.
Quante ne vuoi?




 



sreda, 27. april 2005

o6 NON FINIRÀ (Enrico Ruggeri)


Quegli occhi tuoi cominceranno piano
a guardare indietro un tempo già lontano,
senza parlare e senza più recriminare
su ciò che si poteva fare
e che non è successo mai.
Ma qualche cosa rimane
negli occhi tuoi.
E il volto poi si scoprirà segnato
da tante storie che nessuno ha raccontato
senza finale: un commedia musicale
di solitudini a Natale
con chi non ti capiva mai.
Ma c'è una luce speciale
negli occhi tuoi.
Tu cambierai, invecchierai
ma sarai sempre presente;
tu non ti consumerai.
Con il corpo e con la mente
tu mi sorriderai.
Non finirà, non morirà;
quella ruga sul tuo viso
un po’ di più mi legherà.
Un amore non è ucciso,
un amore vivrà




 




torek, 23. marec 2004

o5 LA CANZONE DELLA VERITÀ (Enrico Ruggeri)


Ho cantato certe storie, che facevo sempre mie
le sconfitte, le vittorie, e le mie poesie
tra le pieghe della vita, quanto dura una partita
ma le maschere che indosso, non mi cambieranno mai
quanta strada che ho lasciato, quanti posti ho conosciuto
quante volte ho traslocato, per cercare di più
sempre a correre più forte, non sapendo dove vai
ma la macchina del tempo non mi condiziona mai
uomo no, non è soltanto un fatto di velocità
non è la notte che verrà
che ci fa sentire così fragili
che ci toglie felicità
la verità è che noi non abbiamo mai, verità .
Non è che manchi voglia oppure fantasia
in questo tempo che va via
e ci fa sentire così deboli
ci toglie serenità
la verità è che noi non abbiamo mai, verità
quante sere ho consumato, a tempestarmi di domande
quanta gente ho conosciuto per sapere di più
le ferite più profonde che ora tu non guarirai
però i tagli ricevuti non mi fermeranno mai.




 



četrtek, 30. oktober 2003

o4 IL PORTIERE DI NOTTE (Enrico Ruggeri)


Vanno via e non tornano più;
non danno neanche il tempo di chiamarli.
E non lasciano niente,
non scrivono dietro il mittente
e nelle stanze trovo solo luci spente.
Sapeste che pena, per chi organizza la scena,
restare dietro al banco come un cane
con la sua catena.
E lei che viene a notte fonda,
è così bella, è quasi sempre bionda.
È lei che cambia sempre cavaliere
e mi parla soltanto quando chiede da bere.
Ma la porterò via
e lei mi seguirà.
Prenoterò le camere
in tutte le città.
La porterò lontano
per non lasciarla più,
la porterò nel vento
e se possibile più su.
E quando ci sorprenderà l'inverno,
non sarò più portiere in questo albergo.
Sapeste che male quando la vado entrare;
non la posso guardare senza immaginare.
Ma è lei che non immagina per niente
cosa darei per esserle presente.
Ma lei non vede e allora parlo piano,
con la sua forma in un asciugamano.
Ma la porterò via,
non l'abbandonerò.
La renderò partecipe di
di tutto ciò che ho.
La porterò lontano
per non lasciarla mai
e mi dirà "ti voglio
per quello che mi dai".
E quando insieme prenderemo il largo,
non sarò più portiere in questo albergo
e insieme, dentro al buio che ci inghiotte,
non sarò più il portiere della notte




 




sobota, 11. oktober 2003

o3 IL MARE D'INVERNO (Enrico Ruggeri)


Il mare d'inverno
è solo un film in bianco e nero visto alla TV.
E verso l'interno,
qualche nuvola dal cielo che si butta giù.
Sabbia bagnata,
una lettera che il vento sta portando via,
punti invisibili rincorsi dai cani,
stanche parabole di vecchi gabbiani.
E io che rimango qui solo a cercare un caffè.
Il mare d'inverno
è un concetto che il pensiero non considera.
E' poco moderno,
è qualcosa che nessuno mai desidera.
Alberghi chiusi,
manifesti già sbiaditi di pubblicità,
Macchine tracciano solchi su strade
dove la pioggia d'estate non cade.
E io che non riesco nemmeno a parlare con me.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia.
Mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me.
Passerà il freddo
e la spiaggia lentamente si colorerà.
La radio e i giornali
e una musica banale si diffonderà.
Nuove avventure,
discoteche illuminate piene di bugie.
Ma verso sera, uno strano concerto
e un ombrellone che rimane aperto.
Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già. 




 




ponedeljek, 29. september 2003

o2 IL FUTURO È UN'IPOTESI (Enrico Ruggeri)


Non farmi tornare nemmeno una volta in quel bar,
non farmi sentire mai più quell'odore di chiuso.
Si, lo so che io ti avevo un pò illuso,
ma sai quante volte parlando io illudo anche me.
Ti ho visto addentare un panino dentro all'autogrill:
a volte un dettaglio può uccidere una poesia.
Si, lo so che in questi casi è sempre colpa mia:
l'amore inventato non vale il ricordo di lei.
Ma visto che lei non c'è più non possiamo di certo fermarci:
noi uomini forti sappiamo a che santo votarci.
In nome di cosa, non so, ma noi teniamo duro,
teniamo nascosto il passato e pensiamo al futuro.
...ma il futuro cos'è?
Il futuro è un'ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.
Il futuro è una voglia, non si sa se sincera,
il futuro è una donna che probabilmente spera,
fino a quando, chissà?
Tu quando mi metto a parlare non capisci mai,
oppure mi prendi alla lettera e sbagli risposta.
Sì, lo so che starmi accanto molto spesso costa,
ma sai quante volte mi costa restarmene qui.
Ma il futuro è un'ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.
Il futuro è una voglia, non si sa se sincera,
il futuro è una donna che probabilmente spera.
fino a quando, chissà?
Ma il futuro è un'ipotesi




 



petek, 6. september 2002

o1 CONTESSA (Enrico Ruggeri)


Non puoi più pretendere di avere tutti quanti attorno a te.
Non puoi più trattare i tuoi amanti come fossero bignè.
Vuoi solo le cose che non hai,
parli delle cose che non sai,
cerchi di giocare ma non puoi,
pensi solamente ai fatti tuoi.
Chi sei contessa?
Tu non sei più la stessa.
Vuoi che io rimanga nel tuo letto per poi sbattermi su e giù.
Non ti lamentare se domani non ti cercheremo più.
Ma vorrei soltanto averti qui,
sei accattivante già così,
ti difendi con il D.D.T.,
fai pesare troppo quei tuoi 'si'.
Chi sei contessa?
Tu non sei più la stessa.
Pensi che ogni cosa di concreto sia da riferire a te,
tu fai la misteriosa per nascondere un segreto che non c'è.
Ma nel tuo castello come va?
Vivi la tua vecchia nobiltà,
non sai neanche tu la verità,
vendi a caro prezzo la realtà.
Nel tuo castello come va?
Vivi la tua vecchia nobiltà,
non sai neanche tu la verità,
vendi a caro prezzo la realtà