Apartheid: segno di una follia.
Apartheid: una lenta agonia.
Apartheid: quando finirà
l’olocausto della libertà?
John camminava da solo
fra le baracche deserte
a piedi le strade son lunghe
per chi
non può entrare negli autobus.
Qualcosa di strano nell’aria
come una tensione di guerra.
Poi d’improvviso qualcuno lo
chiama
ma è già circondato: la vittima
è lui!
Ma John non prova vergogna
per la sua pelle diversa,
mentre volano sassi e offese
per lui
dalla rabbia bianca della città.
Una legge antica e crudele
lo costringe a subire in
silenzio.
Picchiato a sangue come cane
randagio
si sente morire: nessuno ha
pietà!
Ferito dentro e di fuori
John fa ritorno alla casa
raggiunge in fretta la stanza
perché
nessuno deve soffrire per lui.
Reprime il dolore nel cuore
perché non vuole più odiare.
Sa che la catena di questa
oppressione
con la non-violenza si
spezzerà.
John, quanti ne conosciamo
anche nel nostro quartiere
di gente che soffre in silenzio
e che sta emarginata come sei
tu!
Venuti da altre nazioni,
emigrati, zingari o anziani
mal sopportati, costretti a
subire
la segregazione anche fra noi.
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