sreda, 30. junij 2004

o2 LA SPADA NEL CUORE (Little Tony)



Era uno sguardo d'amore la spada è nel cuore e ci resterà
Sei bella in questo momento, più bella adesso che il vento ti allontana da me
Notte, di colpo la notte, il cuore che batte è fermo oramai

La pioggia ancora col sole tu vedi chi nasce e chi muore per te
Era uno sguardo d'amore la spada è nel cuore mi sento morire, morire per te
Quando tu l'hai visto sei cambiata, ti sei illuminata

''È simpatia'', non era vero ''Io sono tua'', non era vero
Giorni belli, primavera sempre
Fino a ieri i tuoi pensieri eran tutti per me
Vedo te che ridi, sento ancora l'eco
Io che gioco, i tuoi sorrisi, le tue carezze per me





torek, 29. junij 2004

o6 LA SOLITUDINE (Cremonesi - Cavalli)


Marco se n'è andato e non ritorna più
Il treno delle 7:30 senza lui
È un cuore di metallo senza l'anima
Nel freddo del mattino grigio di città
A scuola il banco è vuoto, Marco è dentro me
È dolce il suo respiro fra i pensieri miei
Distanze enormi sembrano dividerci
Ma il cuore batte forte dentro me
Chissà se tu mi penserai
Se con i tuoi non parli mai
Se ti nascondi come me
Sfuggi gli sguardi e te ne stai
Rinchiuso in camera e non vuoi mangiare
Stringi forte al te il cuscino
Piangi non lo sai quanto altro male ti farà la solitudine
Marco nel mio diario ho una fotografia
Hai gli occhi di bambino un poco timido
La stringo forte al cuore e sento che ci sei
Fra i compiti d'inglese e matematica
Tuo padre e suoi consigli che monotonia
Lui con i suoi lavoro ti ha portato via
Di certo il tuo parere non l'ha chiesto mai
Ha detto un giorno tu mi capirai
Chissà se tu mi penserai
Se con gli amici parlerai
Per non soffrire più per me
Ma non è facile lo sai
A scuola non ne posso più
E i pomeriggi senza te
Studiare è inutile tutte le idee si affollano su te
Non è possibile dividere la vita di noi due
Ti prego aspettami amore mio ma illuderti non so!
La solitudine fra noi
Questo silenzio dentro me
È l'inquietudine di vivere
La vita senza te
Ti prego aspettami perché
Non posso stare senza te
Non è possibile dividere la storia di noi due

ponedeljek, 28. junij 2004

11 LA SOCIETÀ DEI MAGNACCIONI (Canto popolare italiano)






Fatece largo che passamo noi,
sti giovanotti de sta Roma bella,
semo regazzi fatti cor pennello,
e le regazze famo innamorà.
e le regazze famo innamorà.
Ma che ce frega, ma che ce importa,
se l'oste ar vino c'ha messo l'acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c'hai messo l'acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che ja risponnemo n'coro,
è mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società.
Ce piacciono li polli, l'abbacchi e le galline,
perchè so senza spine,
nun so come er baccalà.
La società de li magnaccioni,
la società de la gioventù,
a noi ce piace de magna' e beve,
e nun ce piace de lavora'.
Osteee!!
Portace n'artro litro,
che noi se lo bevemo,
e poi ja risponnemo
embe', embe', che c'è?
E quando er vino, embe',
ciariva ar gozzo, embe',
ar gargarozzo, embe',
ce fa n'ficozzo, embe'.
Pe falla corta, per falla breve,
mio caro oste portace da beve,
da beve, da beve, zan zan.
Ma si per caso la socera more
se famo du spaghetti amatriciana,
se famo un par de litri a mille gradi,
s'ambriacamo e n'ce pensamo più
s'ambriacamo e n'ce pensamo più.
Che ciarifrega, che ciarimporta,
se l'oste ar vino c'ha messo l'acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c'hai messo l'acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che jarisponnemo n'coro,
è mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società.
È mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società parapappappa'.




nedelja, 27. junij 2004

13 LA SIGNORA (Lucio Dalla)

 

La signora è in lacrime si ferma  ad ascoltare
 attraversa, si blocca a metà della strada 
colpo di vento la fa continuare
La signora quando tace sembra una volpe
va al cinema da sola ma ha paura ad entrare
la signora ha molti figli, molti figli da educare
 qualcuno la va a trovare ma tanti
li lascia per strada senza mangiare
La signora non ha padre, è figlia
di un figlio di un terremoto, di uno sbadiglio
la signora la mattina sta male si sente svenire
il pomeriggio sparisce ma la notte, la notte viene a cercare
 è un amore sbocciato
non può continuare come un cane
in una stanza d'albergo mi sento solo
provo a fare tutto quanto in orario
ma mi accorgo che è un gioco, stan giocando alla radio 
e al telefono quancuno mi uccide poco a poco
La signora è mio padre e mia madre quando alza la voce
è una mano coi guanti quando spegne la luce
è una montagna di carta in un ufficio postale 
è un amico diventato nemico che mi ruba la voce
La signora è una fila di macchine
da qui fino al mare
la signora ci stampa il giornale
e ce lo fa comperare
la signora ha tanti nomi tanti nomi
cosi da nascondersi e non farsi trovare
ma ogni tanto si veste di luce e bandiere
per farsi notare



petek, 25. junij 2004

13 LA SERIE DEI NUMERI (Angelo Branduardi)

 

E tu bel bimbo, bimbo mio dolce,
dimmi, cosa vuoi che io ti canti?
Cantami dei numeri la serie,
sino a che io oggi non la impari.
Unica è la morte,
niente altro, niente più...
due i buoi legati al carro,
e sono tre le parti del mondo,
quattro le pietre di Merlino,
che affilano le spade degli eroi.
Unica è la morte,
niente altro, niente più...
E sul cammino che il tempo fa
cinque finora sono le età,
e sono sei le erbe che
nel calderone il nano mescolerà...
Sette sono i soli, sette le lune,
otto sono i fuochi accesi a Maggio,
attorno alla fontana sono nove
le fanciulle che danzano alla luna...
Unica è la morte,
niente altro, niente più...
E dieci vascelli sono venuti
portandoci la guerra da lontano.
Undici guerrieri sono tornati
quand'erano in trecento a partire...
Unica è la morte,
niente altro, niente più...
E sul cammino che il tempo fa
cinque finora sono le età,
e sono dodici i mesi che
giorno per giorno, da sempre
segnando va.
E dodici ancora sono i segni
che tu puoi leggere nel cielo,
guerra tra di loro han dichiarato,
questa che ti canto sarà la fine.
Unica è la morte,
niente altro, niente più...
Allora la tromba suonerà,
avremo fuoco e tuono, pioggia e vento,
la serie dei numeri è finita,
per l'uno sai che non c'è serie:
Unica è la morte,
e due i buoi,
e tre la parti,
quattro le pietre,
cinque le età
e sei le erbe,
sette sono i soli,
sette le lune,
otto sono i fuochi
e nove le fanciulle,
ma dieci i vascelli,
undici i guerrieri,
dodici i segni,
dodici i mesi
e unica la morte,
da sempre madre del dolore. 





četrtek, 24. junij 2004

12 LA SERA DEI MIRACOLI (Lucio Dalla)



È la sera dei miracoli fai attenzione
qualcuno nei vicoli di Roma
con la bocca fa a pezzi una canzone.
È la sera dei cani che parlano tra di loro
della luna che sta per cadere
e la gente corre nelle piazze per andare a vedere
questa sera così dolce che si potrebbe bere
da passare in centomila in uno stadio
una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio
anzi la manda in onda
tanto nera da sporcare le lenzuola.
È l'ora dei miracoli che mi confonde
mi sembra di sentire il rumore di una nave sulle onde.
Si muove la città con le piazze e i giardini e la gente nei bar
galleggia e se ne va, anche senza corrente camminerà
ma questa sera vola, le sue vele sulle case sono mille lenzuola.
Ci sono anche i delinquenti
non bisogna avere paura ma soltanto stare un poco attenti.
A due a due gli innamorati
sciolgono le vele come i pirati
e in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei
perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei.
È la notte dei miracoli fai attenzione
qualcuno nei vicoli di Roma
ha scritto una canzone.
Lontano una luce diventa sempre più grande
nella notte che sta per finire
e la nave che fa ritorno,
per portarci a dormire.
Cara
Cosa ho davanti non riesco più a parlare
dimmi cosa ti piace
non riesco a capire
dove vorresti andare
vuoi andare a dormire.
Quanti capelli che hai
non si riesce a contare
sposta la bottiglia e lasciami guardare
se di tanti capelli ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni
e per i miei che sono cento.
Non c'è niente da capire
basta sedersi ed ascoltare
perché ho scritto una canzone
per ogni pentimento
e debbo stare attento a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi
se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo
e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno
ma per uno come me poveretto
che voleva prenderti per mano
e cascare dentro un letto...
che pena... che nostalgia
non guardarti negli occhi
e dirti un'altra bugia.
Almeno
non ti avessi incontrato
io che qui sto morendo
e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento
e sembri una farfalla
e con quanto sentimento
ti blocchi e guardi la mia spalla.
Se hai paura a andar lontano
puoi volarmi nella mano
ma so già cosa pensi
tu vorresti partire
come se andare lontano fosse uguale a morire
e non c'è niente di strano
ma non posso venire.
Così come la farfalla
ti sei alzata per scappare
ma ricorda che a quel muro
ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori
per provare anch'io a volare.
E la notte cominciava a gelare la mia pelle
una notte madre che cercava di contare le sue stelle.
Io li sotto ero uno sputo
e ho detto "olé sono perduto".
La notte sta morendo
ed è cretino cercare di fermare le lacrime ridendo
ma per uno come me, l'ho già detto,
che voleva prenderti per mano
e volare sopra un tetto...
lontano... si ferma un treno
ma che bella mattina
il cielo è sereno.
Buonanotte
anima mia
adesso spengo la luce
e così sia






sreda, 23. junij 2004

o4 LA SEDIA DI LILLÀ (Alberto Fortis)

                                                                                        Stava immobile nel letto con le gambe inesistenti   e una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso mi parlava rassegnato con la lingua di chi spera
di chi sa che è prenotato sulla Sedia di lillà
Ogni volta che rideva si stracciavano le labbra
e il sapore che ne usciva era di stagione amara
le sue rughe di cemento lo solcavano di rosso
prontamente diluito da una goccia molto chiara
"penso troppo al mio futuro" mi diceva delirando
"penso troppo al mio futuro, penso troppo e vivo male
penso che fra pii di un anno cambieranno i miei progetti
penso che fra pii di un anno avrò nuove verità
tu non farmi questo errore vivi sempre nel momento
cogli il giorno e tanto amore cogli i fiori di lillà"
"Quanti amici hanno tradito" continuava innervosito
"quanti amici hanno tradito per la causa dell'Amore"
sono andato a casa sua sono andato con i fiori
mi hanno detto che era uscito che era andato a passeggiare
ma vedevo un'ombra appesa la vedevo dondolare
l'ombra non voleva stare sulla sedia di lillà




 

torek, 22. junij 2004

51 LA SAPIENZA OGNI COSA INFORMANDO Peppuccio

La Sapienza
ogni cosa informando
fu tutto
dell’Amor un canto.
Città celeste brilla
sopra il monte
Chiara scopristi a noi
la sua beltà
ce ne facesti cittadini.
In mezzo ad essa
noi ci stringerem
il nom che porti
in alto beverem,
sulla terra,
fra gli angeli in Cielo,
ovunque gloria tua saremo.

 



ponedeljek, 21. junij 2004

1o LA RISPOSTA AL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK (Giorgio Gaber)


Era un ragazzo un po' come tanti
che lavorava tirava avanti
e aspettava senza pretese
il suo stipendio a fine mese
la madre a carico in due locali
mobili usati presi a cambiali
in un palazzo un po' malandato
servizi in corte fitto bloccato...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
morta la madre rimasto solo
pensa alle nozze e alla morosa
che già prepara il velo da sposa
ed il corredo per la sua casa
per quella casa fitto bloccato
tremila al mese spese comprese
lui la guardava tutto contento
ed aspirava l'odor di cemento...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
già tutto è pronto
le pubblicazioni
il rito in chiesa e i testimoni
quand'ecco arriva un tipo astratto
con barba e baffi e viso distratto
quel palazzo un po' malandato
va demolito per farci un prato
il nostro amico la casa perde
per una legge del piano verde...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...
persa la casa fitto bloccato
la sua morosa lo ha abbandonato
l'amore è bello ma non è tutto
e per sposarsi ci vuole un tetto
ora quel prato è frequentato
da qualche cane
e qualche coppietta
e lui ripensa con gran rimpianto
a quella casa che amava tanto...
ma quella casa ma quella casa
ora non c'è più
ma quella casa ma quella casa
l'han buttata giù...






nedelja, 20. junij 2004

o8 LA RETE D'ORO (Renato Zero)


Questa rete d'oro
adesso ha pescato noi,
dolci prede, peccatori mai!
Noi di questo mare,
noi la sola verità,
un azzurro complice
è il segreto che ci unirà!
Vuo - i, vuo - i. . .
c'è una stella in cielo
e, giura, non ci tradirà mai.
Vuo - i, vuo- i. . .
lasciami scoprire
dove vanno i sogni tuoi!
Io non sono ricco,
un nome è tutto quel che ho,
ma il mio corpo è forte
e tu sei fiore. . . ti proteggerò!
Mentre il tempo dolce
piano ci cancellerà,
dalle ombre della notte
un'altra luce ci raccoglierà!
Vuo - i, vuo - i. . .
prendimi, difendimi,
e poi ricostruirò un pianeta,
dove tu sarai poesia!
Vuo - i, vuo - i. . .
il mondo è grande e senza noi
distratto girerà semmai. . .






sobota, 19. junij 2004

o2 LA RADIO (Eugenio Finardi)


Quando son solo in casa
e solo devo restare
per finire un lavoro
o perché ho il raffreddore.
C'è qualcosa di molto facile
che io posso fare:
è accendere la radio
e mettermi ad ascoltare.
Amo la radio perchè arriva dalla gente
entra nelle case
e ci parla direttamente
e se una radio è libera
ma libera veramente
mi piace ancor di più
perché libera la mente.
Con la radio si può scrivere
leggere o cucinare.
Non c'è da stare immobili
seduti lì a guardare.
E forse proprio questo
che me la fa preferire:
è che con la radio non si smette di pensare.
Amo la radio perchè arriva dalla gente
entra nelle case e
ci parla direttamente
e se una radio è libera
ma libera veramente
mi piace anche di più
perché libera la mente





petek, 18. junij 2004

12 LA PULCE D'ACQUA (Angelo Branduardi)







E` la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la mosca d'autunno
che hai schiacciato
non ti perdonerà.
Sull'acqua del ruscello
forse tu troppo ti sei chinato,
tu chiami la tua ombra,
ma lei non ritornerà.
E` la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la serpe verde
che hai schiacciato
non ti perdonerà.
E allora devi a lungo cantare
per farti perdonare
e la pulce d'acqua che lo sa
l'ombra ti renderà.



četrtek, 17. junij 2004

o1 LA PROSPETTIVA DI ME (Laura Pausini, Cheope – Daniel Vuletic)


Ho cambiato i miei numeri, traslocato di amici e abitudini
Per scordare una vita che ho intravisto con te
Come luce tra gli alberi, come fiore in un giorno che nevica
Altaleno gli ostacoli, ad istanti di serenità
Ora tu sei per me
polvere
ferma nei corridoi
Scatole
Di ricordi di noi
E anche se questo sai
Non è quello che vuoi
Non sei più che un dettaglio ormai
Perché mi affascina l´autonomia, la prospettiva che ieri non era mia
Anche se a volte il bisogno c´è, non manca niente di te,
di te, di te, perché
Oggi tu sei per me
polvere
ferma nei corridoi
pagine
di ricordi e di noi
Ora anch´io
Sento che
Sono più stabile
E´ l´avvio per rinascere
si riparte da qui
confusi ma liberi
ti sto gridando cos'é 
la prospettiva di me
di me di me
Anche se questo sai non riguarda più noi
Non sei più che un dettaglio ormai
Perché mi affascina l´autonomia, la prospettiva di me..

sreda, 16. junij 2004

o1 LA PRIMA COSA BELLA (Ricchi e Poveri)



  




Ho preso la chitarra e suono per te
il tempo d'imparare non l'ho e non so suonare ma suono per te
La senti questa voce, chi canta è il mio cuore
amore amore amore è quello che so dire ma tu mi capirai
I prati sono in fiore, profumi anche tu
ho voglia di morire, non posso più cantare, non chiedo di più
La prima cosa bella che ho avuto dalla vita
è il tuo sorriso giovane sei tu
tra gli alberi una stella, la notte si è schiarita
il cuore innamorato sempre più 


  

torek, 15. junij 2004

175 LA PREGHIERA DI GESÙ (Zappalà / Mancuso)




Padre Santo, custodisci nel tuo nome
quelli che mi hai dato,
perché siano una cosa sola come Noi.
Finché ero con essi,
Io li conservavo nel tuo nome.
Quelli che mi hai affidati, li ho custoditi
e nessuno di loro è perito,
eccetto il figlio di perdizione,
affinché si compisse la scrittura.
Ma ora vengo a te
e questo dico nel mondo,
perché abbiano la pienezza
della mia gioia in sé stessi.
Io ho comunicato loro la tua Parola
e il mondo li ha odiati,
perché non sono del mondo.
Non chiedo che Tu li tolga dal mondo,
ma che tu li guardi dal male.
Essi non sono del mondo,
come Io non sono del mondo.
Santificali nella verità,
la tua Parola è Verità.
Come Tu hai mandato me nel mondo,
anch’Io ho mandato essi nel mondo.
E per loro santifico me stesso,
perché essi pure siano santificati nella verità.
Non prego soltanto per questi,
ma prego anche per quelli
che crederanno  in me per la  loro  parola.
Perché tutti siano uno,
come Tu sei in me, Padre, e Io in Te,
affinché essi pure  siano uno in noi
e il mondo creda che Tu mi hai mandato.
E la gloria che Tu mi desti,
Io l’ho data a loro,
perché siano uno come Noi.
Io in essi, Tu in me,
affinché siano perfetti nell’unità
e il mondo conosca
che Tu mi hai mandato
e li hai amati, come hai amato me.

ponedeljek, 14. junij 2004

o2 LA PORTA DEL CIELO (Marco Conidi)









È una notte di pioggia ed è San Valentino,
con il cielo che lava le bestemmie in citt
à 
c'è Luigi seduto sul letto, Marta che stira di là,
c'
è una radio che canta ''l'anno che verrà''.
Ehi Marta tesoro
t'avrei voluto comprare,
centomila diamanti e quel vestito blu, 

ma avevo i soldi contati, dovevo farmi capisci anche tu,
Marta io amo te ma lei mi tira di pi
ù,
Non
è stato facile fare l'amore ed avere paura di te,
sentirmi il corpo forte e il cuore fragile,
Marta
in mezzo a questo veleno io so che c'è la porta del cielo.
Allora prendi il tuo cuore e mettilo su un treno,
e dai retta a tua madre meriti di pi
ù,
del bambino che non ti dar
ò di tutti quei lividi andati,
di un amore fatto di stereo rubati,
non è stato facile difenderti da tutti e non difenderti da me,
tutte quelle notti a dirmi ''la tua dignità, dov'è'',
oggi la mia dignit
à è salvarti via da me. 
...c'è Luigi disteso sul letto anche la sua vita è stesa là,
Marta che lo accarezza, Marta prende le scarpe e se ne va.

nedelja, 13. junij 2004

49 LA PIROGA (Revival)





La notte è piena di stelle,
ci fa sognare le storie più belle, più belle, più belle.
Tu sogni e guardi lontano,
vedi un gran fiume che scorre pian piano, pian piano, pian piano.
Sul fiume c’è una piroga
e dentro questa c’è un negro che voga, che voga, che voga.
Intanto dietro la duna
vedi pian piano spuntare la luna, la luna, la luna.
Il negro lascia il vogare,
guarda la luna e si mette a pregare, pregare, pregare.
“Ti prego, o Madre Luna,
dona al mio popol ricchezza e fortuna, fortuna, fortuna.”
“Proteggi tutte le greggi,
fa che il mio popol rispetti le leggi, le leggi, le leggi.”
“Proteggi l’acqua del fonte,
l’erba del piano, le piante del monte, del monte, del monte.”
“Proteggi, o figlia del mare,
questo tuo negro che ti sta a pregare, pregare, pregare.”
Intanto dietro la duna
vedi pian piano calare la luna, la luna, la luna.
Il negro lascia il pregare,
guarda la luna e riprende a vogare, vogare, vogare.

sobota, 12. junij 2004

15 LA PIOGGIA DI MARZO (Mina)


E mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell'eco
è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
margherita di campo è la riva lontana
è la riva lontana è, ahi! è la fata Morgana
è folata di vento onda dell'altalena un mistero
profondo una piccola pena
tramontana dai monti domenica sera è il contro è
il pro è voglia di primavera
è la pioggia che scende è vigilia di fiera è l'acqua
di marzo che c'era o non c'era
è si è no è il mondo com'era è Madamadorè
burrasca passeggera
è una rondine al nord la cicogna e la gru, un
torrente una fonte una briciola in più
è il fondo del pozzo è la nave che parte un viso
col broncio perché stava in disparte
è spero è credo è una conta è un racconto una
goccia che stilla un incanto un incontro
è l'ombra di un gesto, è qualcosa che brilla il
mattino che è qui la sveglia che trilla
è la legna sul fuoco, il pane, la biada, la caraffa
Di vino il viavai della strada
è un progetto di casa è lo scialle di lana, un
incanto cantato è un'andana è un'altana
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te 






petek, 11. junij 2004

o2 LA PIOGGIA (Gigliola Cinquetti)


Sul giornale ho letto che
il tempo cambierà
le nuvole son nere in cielo e
i passeri lassù
non voleranno più.
Chissà perchè?
Io non cambio mai
no, non cambio mai!
Può cadere il mondo ma
ma che importa a me?
La pioggia non bagna il nostro amore
quando il cielo è blu.
La pioggia, la pioggia non esiste
se mi guardi tu.
Butta via l'ombrello amor
che non serve più
non serve più, se ci sei tu.
Il termometro va giù
il sole se ne va
l'inverno fa paura a tutti ma
c'è un fuoco dentro me
che non si spegnerà.
Lo sai perchè? 





četrtek, 10. junij 2004

21 LA PELLE NERA (Nino Ferrer)



Ehi, ehi, ehi dimmi Wilson Pickett
Ehi, ehi, ehi dimmi tu James Brown:

questa voce dove la trovate?
Signor King, signor Charles, signor Brown

io faccio tutto per poter cantar come voi
ma non c'è niente da fare, non ci riuscirò mai
e penso che sia soltanto per il mio color che non va
Ecco perchè io vorrei, vorrei la pelle nera,
vorrei la pelle nera!!!Ehi, ehi, ehi dimmi tu signor Lawis, dimmi come si può
arrostire un negretto ogni tanto con la massima serenità

io dico Nino tu non ci dovresti pensar
ma non c'è niente da fare per dimenticar

sto maledetto colore di pelle che mi brucia un po'
Ehi, voi carissimi estinti. Ehi, voi che sapete già

voi che cantate gloriosamente per i pascoli dell'aldilà
ditemi se per entrare nel regno con voi
basta che ognuno si occupi dei fatti suoi
o se lass
ú ci son poveri, razza e color come qui
Ad ogni modo vorrei, vorrei la pelle nera. 

 
 
 


sreda, 9. junij 2004

43 LA PASSIONE PER LA CHIESA

Senti su nel cielo
vola la canzon:
è la nostra gioia
rivederci ancor.
È la nuova primavera
fiorita nella Chiesa,
in quest’unica città
che sul monte vuol brillar.
Qui Maria Regina vera
riviva in ogni cuore
e al Signor riporterà l'umanità. (bis)
Sorge sotto il sole
la nuova città
di fratelli uniti
nella carità.
Nuove case, nuove strade
fioriscon nella Chiesa,
che sul monte vuol brillar.
Qui Maria Regina vera
riviva in ogni cuore
e al Signor
riporterà l'umanità. (bis)
Nata dal Signor
nell’umanità,
la Chiesa sua sposa,
specchio Suo sarà.
È la Chiesa la passione
che invade i nostri cuori,
Lei è l’unica città
che sul monte ha da brillar
Qui Maria Regina vera .... (bis)








torek, 8. junij 2004

1o LA PARTITA DI PALLONE (Rita Pavone)


Perché la domenica mi lasci sempre sola
per andare a vedere la partita di pallone
perché una volta non ci porti anche me.
Chissà se davvero vai a vedere la tua squadra
o se invece tu mi lasci con la scusa del pallone
chissà se mi dici una bugia o la verità.
Ma un giorno ti seguirò
perché ho dei dubbi
che non mi fan dormir.
E se scoprir io potrò
che mi vuoi imbrogliar
da mamma ritornerò.

 
 




ponedeljek, 7. junij 2004

174 LA PAGHERANNO (Ciprì / Enderle)

Fine della tregua:
è già passato il segno,
è ora di svegliarsi,
è ora di pagare il pegno.
Sporchi assassini
vedrai la pagheranno,
pagheranno tutto il male,
tutto il male che fanno.
Da ora, stai sicuro,
non ci sarà pietà,
se la preda scappa
il falco piomberà.
Voglio sentirli chiedere perdono,
voglio vederli
in ginocchio giù dal loro trono.
Ehi  Charles ti dico,   (rivolto a Charles)
Se l’hai dimenticato:
questa è la Fossa,
Qui la legge siamo noi!
Sei, avvisato!
Non c’è via d’uscita,
non possono scappare,
non troveranno un posto
o un buco dove riparare.
Cani arrabbiati
correte a più non posso
presto o tardi sentirete
questi artigli addosso.
Saremo come un lampo,
non c’è chi sfuggirà,
un fulmine di fuoco
e fumo si vedrà.
Questa faccenda presto sarà chiusa,
lo promettiamo!
E tu Lisa non sarai delusa.




nedelja, 6. junij 2004

173 LA PACE VERRÀ (Mite Balduzzi)



Pace!
Da sempre attesa, da sempre sperata
come si attende la pioggia
sulla terra assetata
dopo mesi di arsura.
La pace verrà
e fiorirà dalle nostre mani,
se avrà trovato posto già dentro di noi.
E verrà presto, domani,
se sapremo fare nostre
le necessità di chi vive
o passa accanto a noi.
Se sapremo fare nostro il grido degli innocenti.
Se sapremo fare nostra l’angoscia degli oppressi.
Pace!
Da sempre amata, da sempre desiderata
come si desiderano le voci
della propria casa lontana.
La pace verrà
se avremo posto nella nostra casa
per chi non ha un tetto o una patria.
Se avremo posto nel nostro cuore
per chi non ha affetto o muore solo.
Se avremo tempo nel nostro giorno
per un disperato da ascoltare.
Pace!
Da sempre sospirata, da sempre cercata
come si cerca il perdono
sulle labbra del padre mentre muore.
La pace verrà
se non cederemo alla provocazione.
Se sapremo sanare ogni divisione.
Se saremo uniti con tutti:
uniti per la vita, contro la morte.
Pace!
Da sempre amata, da sempre attesa
come si attendo un dono
nel giorno di festa.
La pace verrà
e sarà un dono di Dio.
La pace verrà e sarà
il frutto più vero dell’unità,
dell’armonia fra i popoli