Strani

ponedeljek, 31. maj 2004

17o LA NOSTRA CHANCE (Gen)

zbirka pesmi ''Concerto per la pace''


zbirka pesmi ''Inspiration''


Dover vivere in un'isola
difendendoti dietro maschere.
Dover vivere di malinconia
rifiutandoti di combattere.
Dover vivere senza fantasia,
con la voglia di volare via.
Dietro i margini dell'oscurità
i segnali tuoi salgono più su.
Dietro i margini,
oltre i limiti un segnale arriva.
E ti accorgi che
altri come te non si arrendono.
Un'idea di pace ti conquisterà.
E' la mia sola chance,
è la tua sola chance.
E' la pace la nostra sola chance.
Poter vivere come uomini
che si guardano senza maschere.
Poter vivere dentro la realtà
che si illumina del tuo essere.
Poter vivere per la libertà,
per sperare ancora.
E ti accorgi che
sta cambiando ormai:
sopra tutto c'è
questa idea di pace che dilagherà.

nedelja, 30. maj 2004

o4 LA NEVICATA DEL '56 (Mia Martini)


Ti ricordi una volta
Si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera
Ti ricordi lo spazio
I chilometri interi
Automobili poche allora
Le canzoni alla radio
Le partite allo stadio
Sulle spalle di mio padre
La fontana cantava
E quell'aria era chiara
Dimmi che era così
C'era pure la giostra
Sotto casa nostra e la musica che suonava
Io bambina sognavo
Un vestito da sera con tremila sottane
Tu la donna che già lo portava
C'era sempre un gran sole
E la notte era bella com'eri tu
E c'era pure la luna molto meglio di adesso
Molto più di così
Com'è com'è com'è
Che c'era posto pure per le favole
E un vetro che riluccica
Sembrava l'America
E chi l'ha vista mai
E zitta e zitta poi
La nevicata del '56
Roma era tutta candida
Tutta pulita e lucida
Tu mi dici di sì l'hai più vista così
Che tempi quelli






sobota, 29. maj 2004

o3 LA NENA DEL SALVADOR (Alberto Fortis)


E tu piccolo bebe', dimmi che cercherai
dimmi se il sole ritornera' e il mio amore in che pagina e'.
Cosi' non ti perderai, e sul tuo corpo vivro'
la Spagna e' grande ma incontrerai i lgitano che sempre canto'.
Es la nena de santa sera, es la nena del Salvador.
Oili' e oili' oila', se ne fiume vivraiil viaggiatore ti indichero'
tu mi chiedi che fai io non so.
Nana' io so' solo che l'infinito verra' la dolce figlia col fiume avrai
e il gitano per sempre dira'.
Es la nena de santa sera, es la nena del Salvador.
Sei tu che ti ascolteri, quando parli di eta'
non aver voglia di un giorno in piu'
la vecchiaia da sola verra'.
Buongiorno, buongiorno a te, il gran treno e' gia' qui
e alla stazione chi ci sara', il gitano che sempre dira':
Es la nena de santa sera, es la nena del Salvador.






petek, 28. maj 2004

o4 LA NAVE (Fabio Concato)




Devi partire cosí presto
Macomer certo è cosí lontana
scrivimi se potrai tornare
qualche giorno per Natale
Tu non scordarti di mangiare
sei cosí magra che fai paura
non preoccuparti se sto sola:
sono grande come te
Come sempre non sapevo cosa dire
dimmi che mi ami prima di partire
poi in silenzio ti commuovi ed io cretino
che mi vergogno un po'
Sono confuso ma è normale
non riesco a dirti quello che provo
forse è soltanto ch'è cosí lontano
e giá mi sento solo
La mia nave parte e m'allontano piano
e si riavvicinano le mie paure
speriamo almeno che sia calmo il mare
cosí potrò dormire

četrtek, 27. maj 2004

o7 LA MUSICA È FINITA (Ornella Vanoni)



Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno
che inutile serata, amore mio
Ho aspettato tanto per vederti ma non è servito a niente

Niente, nemmeno una parola, l'accenno di un saluto
ti dico arrivederci, amore mio, nascondendo la malinconia
sotto l'ombra di un sorriso
Cosa non darei per stringerti a me
cosa non farei  perché questo amore
diventi per te più forte che mai.
Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno
e tu mi lasci sola più di prima
Un minuto è lungo da morire se non è vissuto insieme a te
Non buttiamo via così la speranza di una vita d'amore







sreda, 26. maj 2004

o4 LA MUSICA CHE GIRA INTORNO (Ivano Fossati)


Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi chiamare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Per niente facili
uomini sempre poco allineati
li puoi pensare nelle strade di ieri
se non saranno rientrati
Sarà possibile sì
incontrarli in aereo
avranno mani e avranno faccia di chi
non fa per niente sul serio
Perché l'America cosí come Roma
gli fa paura
e il Medio-Oriente che qui da noi
non riscuote nessuna fortuna
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro.
Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio
e che si ferma ancora ad ogni lampione
o fa una musica senza futuro o
non ha capito mai nessuna lezione
Sará che l'anima della gente
funziona dappertutto come qui
Sarà che l'anima della gente
Non ha imparato a dire ancora un solo sì
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro.
Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi chiamare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Per niente facili
uomini sempre poco affezionati
li puoi tenere fra i pensieri di ieri
se non ci avranno scordati
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro. 






torek, 25. maj 2004

1o LA MULA DE PARENZO - POLENTA E BACCALÀ (Canto popolare italiano)





La mula del Parenzo lerì-lerà
l'ha messo su bottega lerì-lerà
de tutto la vendeva
fora ch'el baccalà.
Perché non m'ami più?
La me morosa vecia
lerì-lerà
la tegno de riserva lerì-lerà
e quando spunta l'erba
la mando a pascolar.
La mando a pascolare
lerì-lerà
nel mese di settembre lerì-lerà
e quando vien novembre
la vado a ritirar.
La mando a pascolare
lerì-lerà
insieme alle caprette lerì-lerà
l'amor con le servette
non lo farò mai più.
Se il mare fosse pocia
lerì-lerà
e i monti de polenta lerì-lerà
o mamma che pociade
"Polenta e baccalà".





ponedeljek, 24. maj 2004

5o LA MONTANARA (Canto popolare italiano)





Lassù per le montagne
fra boschi e valli d'or
fra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.
La montanara, ohè!
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
Lassù sui monti tra i rivi d'argento
una capanna cosparsa di fior,
era la piccola, dolce dimora
di Soreghina la figlia del sol.
La figlia del sol.

nedelja, 23. maj 2004

o5 LA MINIERA (New Trolls)


Le case, le pietre
ed il carbone dipingeva
di nero il mondo.
Il sole nasceva
ma io non lo vedevo
mai laggiù nel buio.
Nessuno parlava solo
il rumore di una pala
che scava, che scava.
Le mani, la fronte
hanno il sudore
di chi muore
negli occhi, nel cuore,
c'è un vuoto grande
più del mare,
ritorna alla mente
il viso caro
di chi spera
questa sera
come tante
in un ritorno.
Tu, quando tornavo,
eri felice di rivedere
le mie mani
nere di fumo, bianche d'amore
Ma un' alba più nera,
mentre il paese
si risveglia,
il sordo fragore
ferma il respiro
di chi è fuori
paura, terrore,
sul viso caro
di chi spera
questa sera come tante
in un ritorno.
Io non ritornavo
e tu piangevi
e non poteva
il mio sorriso togliere
il pianto dal
tuo bel viso. 





sobota, 22. maj 2004

169 LA MINIERA (Ciprì / Enderle-Crippa)

Si è scoperto sotto il suolo di Loppiano
un giacimento di un tempo non lontano:
pietre preziose di ogni forma e colore
con i riflessi della luce del sole.
Rubini, zaffiri, smeraldi, tormalina,
diamanti, onici, turchesi, acqua marina.
Sono pregiate e tutte d’alta qualità
nella miniera della piccola città.
Non sono pietre come tutti conosciamo
che puoi portarle sulle dita della mano,
hanno un valore che non si può calcolare
una purezza che si può paragonare
all’acqua limpida o al cielo più sereno
o al riverbero di un grande arcobaleno,
senza pulviscolo e senza impurità,
che abbraccia sempre questa piccola città.
E allora....
Passaparola:
la vita è preziosa,
ce n’è una sola!
Ogni momento è un gioiello
che si fisserà
nel diadema dell’eternità.
Per ottenere una pietra preziosa
occorre tempo e lavorare senza posa:
e con pazienza  faticare per scavare,
spaccare rocce che non vogliono mollare.
Poi separare, poi tagliare, levigare,
smussare gli angoli, pulire, fare brillare,
finché il fuoco che c’é dentro si vedrà
nel diamante della piccola città.
Ma chi, aprendo il sentiero, ha saputo
mostrarci il luogo del tesoro sconosciuto?
Chi ci ha svelato che nel fondo la miniera
ha la ricchezza nell’oscurità più nera?
Ci ha detto che il tesoro vero è dentro il cuore,
cresce nel tempo quanto dentro, cresce l’amore.
Questo è  il “Diamante” che ci dà felicità
e rende grande questa piccola città!

petek, 21. maj 2004

o1 LA MIA RISPOSTA (Testo: Laura Pausini, Cheope – Musica: Claudio Guidetti)


E al destino io non ci ho creduto mai
fino a quando mi hai cambiata tu
la mia nave è sempre andata libera
como vela solo la mia anima
ma finivo i giorni senza logica
e ogni notte una domanda in più
mi sentivo come presa in trappola
chiusa in una scatola di plastica
ed ho ballato in equilibrio fino a che
mi sono fatta troppo fragile
e nello specchio quante volte ho chiesto se
c'è ancora un po' d'amore anche per me
Ora so
che la mia risposta sei tu
perch
è
vivo di te
ora so
che
c'è una risposta per me
per me
sei tu.

ed ho amato senza mai decidere
con un cuore nomade
ogni fuoco ritornava cenere
le mie impronte segni sulla polvere
ho abitato la noia buttando via
il mio tempo che non torna più
barricandomi di solitudine
ho pregato che arrivassi tu
Immaginando un'altra vita insieme a te
di giorni facili
e giorni un po' più facili
più semplici
e quante volte nello specchio ho chiesto a me
l'amore quello vero poi cos'è
Ora so
che la mia risposta sei tu
perch
è
vivo di te
non sar
ó mai più la stessa perchè
tu sei
pi
ù forte di me
ora so
e questo mi basta di te
non ho
dubbi per me.

Come un cerchio che una fine non ha mai
come l'alba che ritorna sempre sai
ritorna sempre sai
il tempo del mio tempo adesso sei
ed ogni cosa ha un senso intorno a noi
e non ritorneranno mai
Dubbi per me
ora so che la mia risposta sei tu
perch
è
tu sei come me
ora so

che un'altra risposta non c'
è
perchè io vivo di te
vivo di te.

četrtek, 20. maj 2004

22 LA MIA CANZONE PER MARIA (Lucio Battisti)



Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Maria.
Sento una canzone, una canzone d'amor
quando penso a Maria.
Alzo il mio bicchiere rosso e brindo a te,
sento che la mente mia si accende.
Questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria.
Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Rosa.
Sento una canzone, una canzone d'amor
quando penso a Rosa.
Alzo il mio bicchiere rosso e brindo a te,
sento che la mente mia si accende.
Questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Rosa.
Quanti volti, quanti volti ha l'amore,
l'amore.
Per tutti una canzone sentirò.
Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Maria.
Sento una canzone, una canzone d'amor
quando penso a Rosa.
Alzo il mio bicchiere rosso e brindo a voi,
sento che la mente mia si accende.
Questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria,
la mia canzone per Rosa,
Questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria.
La la la la...




sreda, 19. maj 2004

o9 LA MIA BANDA SUONA IL ROCK (Ivano Fossati)


La mia banda suona il rock
e tutto il resto all'occorrenza
sappiamo bene che da noi
fare tutto è un'esigenza.
È un rock bambino
soltanto un po' latino
una musica che è speranza
una musica che è pazienza.
È come un treno che è passato
con un carico di frutti
eravamo alla stazione, sì
ma dormivamo tutti.
E la mia banda suona il rock
per chi l'ha visto e per chi non c'era
e per chi quel giorno lì
inseguiva una sua chimera.
Oh, non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no oh, per favore no.
La mia banda suona il rock
e cambia faccia all'occorrenza
da quando il trasformismo
è diventato un'esigenza.
Ci vedrete in crinoline
come brutte ballerine
ci vedrete danzare
come giovani zanzare.
Ci vedrete alla frontiera
con la macchina bloccata
ma lui ce l'avrà fatta
la musica è passata
È un rock bambino
soltanto un po' latino
viaggia senza passaporto
e noi dietro col fiato corto.
Lui ti penetra nei muri
ti fa breccia nella porta
ma in fondo viene a dirti
che la tua anima non è morta.
E non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no, per favore no.
La mia banda suona il rock
ed è un'eterna partenza
viaggia bene ad onde medie
e a modulazione di frequenza.
È un rock bambino
soltanto un po' latino
una musica che è speranza
una musica che è pazienza.
È come un treno che è passato
con un carico di frutti
eravamo alla stazione, sì
ma dormivamo tutti.
E la mia banda suona il rock
per chi l'ha visto e per chi non c'era
e per chi quel giorno lì
inseguiva una sua chimera.
Oh, non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no no ah, per favore no.

o3 LA MIA BANDA SUONA IL ROCK (Ivano Fossati)









La mia banda suona il rock
e tutto il resto all'occorrenza
sappiamo bene che da noi
fare tutto è un'esigenza.
È un rock bambino
soltanto un po' latino
una musica che è speranza
una musica che è pazienza.
È come un treno che è passato
con un carico di frutti
eravamo alla stazione, sì
ma dormivamo tutti.
E la mia banda suona il rock
per chi l'ha visto e per chi non c'era
e per chi quel giorno lì
inseguiva una sua chimera.
Oh, non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no oh, per favore no.
La mia banda suona il rock
e cambia faccia all'occorrenza
da quando il trasformismo
è diventato un'esigenza.
Ci vedrete in crinoline
come brutte ballerine
ci vedrete danzare
come giovani zanzare.
Ci vedrete alla frontiera
con la macchina bloccata
ma lui ce l'avrà fatta
la musica è passata
È un rock bambino
soltanto un po' latino
viaggia senza passaporto
e noi dietro col fiato corto.
Lui ti penetra nei muri
ti fa breccia nella porta
ma in fondo viene a dirti
che la tua anima non è morta.
E non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no, per favore no.
La mia banda suona il rock
ed è un'eterna partenza
viaggia bene ad onde medie
e a modulazione di frequenza.
È un rock bambino
soltanto un po' latino
una musica che è speranza
una musica che è pazienza.
È come un treno che è passato
con un carico di frutti
eravamo alla stazione, sì
ma dormivamo tutti.
E la mia banda suona il rock
per chi l'ha visto e per chi non c'era
e per chi quel giorno lì
inseguiva una sua chimera.
Oh, non svegliatevi
oh, non ancora
e non fermateci
no no no ah, per favore no. 






torek, 18. maj 2004

32 LA MARZOLA Canto Trentino – 1959

Vien su la luna palida
da la Marzola scura
coi ragi ciari e tremuli
la sciara la natura
E quando a luna piena
i rai par d’arzent (bis)
e verso mezanotte
risplende tut dos Trent.
L’è 1’ultim quart de luna
se cucia dré al Bondon
e n’de na notte scura
se perde la canzon.
Vien su la luna palida... ecc.



nedelja, 16. maj 2004

11 LA LUNA (Angelo Branduardi)








Un giorno all'improvviso
la luna si stancò
di guardare il mondo di lassù;
prese una cometa,
il volto si velò
e fino in fondo al cielo camminò.
E sorpresa fù
che la bianca distesa
non fosse neve.
Eran solo sassi
e i piedi si ferì,
piangendo di nascosto lei fuggì.
Affrontare il mondo a piedi nudi
non si può
e dall'alto a spiarlo lei restò.
E sorpresa non è più
che la bianca distesa
non sia neve. 



sobota, 15. maj 2004

o3 LA LUNA (Forza Venite Gente)














Luna luna là
che solitaria in cielo stai
e tutto vedi e nulla sai
Luna luna là
che sui confini nostri vai
e fronti e limiti non hai
e tutti noi uguali fai
Tu che risplendi
sui nostri visi bianchi e neri
tu che ispiri e diffondi
uguali brividi e pensieri
fra tutti noi quaggiù
Luna luna là
mantello bianco di pietà
presenza muta di ogni Dio
del suo del mio del Dio che sa.
Tu che fai luce
all'uomo errante in ogni via
dacci pace, la tua pace,
la bianca pace e così sia,
per questa umanità.
Oh Oh bianca luna bianca luna.

petek, 14. maj 2004

21 LA LUCE DELL'EST (Lucio Battisti)


La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
Piccoli stivali e sopra lei
una corsa in mezzo al fango e ancora lei
poi le sue labbra rosa e infine noi
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da"
Poi seduti accanto in un'osteria
bevendo un brodo caldo che follia
io la sentivo ancora profondamente mia
Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est
qualcuno grida il nome mio
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano
il seno bianco e morbido tra noi
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io
la sua risposta dolce non seppi mai!
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai
lei che rincorreva inutilmente noi
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me. 




četrtek, 13. maj 2004

o2 LA LONTANANZA (Domenico Modugno)


Mi ricordo che il nostro discorso
fu interrotto da una sirena
che correva lontana, chissà dove?
Io ebbi paura perche sempre
quando sento questo suono,
penso a qualcosa di grave
e non mi rendevo conto, che per me e per te,
non poteva accadere in nulla di più grave,
del nostro lasciarci . . .
allora come ora.
Ci guardavamo;
avremmo voluto rimanere abbracciati, invece
con un sorriso ti ho accompagnata per la solita strada.
Ti ho baciata come sempre, e ti ho detto dolcemente . . .
"la lontananza sai, è come il vento
spegne i fuochi piccoli, ma
accende quelli grandi . . . quelli grandi."
La lontananza sai è come il vento,
che fa dimenticare chi non s'ama
è già passato un anno ed è un incendio
che, mi brucia l'anima.
Io che credevo d' essere il più forte.
Mi sono illuso di dimenticare,
e invece sono qui a ricordare . . .
a ricordare te
La lontananza sai è come il vento
che fa dimenticare chi non s'ama
è già passato un anno ed è un incendio,
che brucia l'anima.
Adesso che è passato tanto tempo,
darei la vita per averti accanto
per rivederti almeno un solo istante
per dirti "perdonami."
Non ho capito niente del tuo bene
ed ho gettato via inutilmente
l'unica cosa vera della mia vita,
l'amore tuo per me. 
Ciao amore
ciao non piangere
vedrai che tornerò
te lo prometto ritornerò
te lo giuro amore ritornerò
perché ti amo
ti amo
ritornerò
ciao amore
ciao
ti amo.

sreda, 12. maj 2004

17 LA LOCOMOTIVA (Francesco Guccini - I Nomadi)


Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l'immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli.
Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere,
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch' esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti.
E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite.
Ma un' altra grande forza spiegava allora le sue ali,
parole che dicevano "gli uomini son tutti uguali"
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l' aria
la fiaccola dell' anarchia.
Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione:
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava un treno pieno di signori.
Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore.
E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d' acciaio,
con forza cieca di baleno.
E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura.
Correva l' altro treno ignaro e quasi senza fretta,
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
"notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato contro al treno.
Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l' immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice.
La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta...
con l' ultimo suo grido d' animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava.
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia.








torek, 11. maj 2004

o8 LA LIBERTÀ (Giorgio Gaber)








Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.





ponedeljek, 10. maj 2004

15 LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE '68 (Francesco De Gregori)

 

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l'allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell'area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo altro anno giocherà con la maglia numero sette. 




nedelja, 9. maj 2004

24 LA LEPRE NELLA LUNA (Angelo Branduardi)








Viveva già molto tempo fa
la lepre con la volpe e la scimmia...
non ricordo chi ne raccontò la storia,
molti anni fa
Per tutto il giorno giocavano felici
su per colline e giù per i prati
e a sera si stringevano vicinì,
per affrontare il buio della notte,
Chissà chi me lo raccontò...
Veniva per la stessa via
un vecchio che a sè li chiamò:
"Chi di voi tre mi aiuterà
sarà da me premiato".
Volpe e scimmia si diedero da fare,
mentre la lepre continuava a giocare:
correva per i prati spensierata
e dai suoi stessi amici fu tradita.
Chissà chi me lo raccontò...
Davanti al cibo che gli fu servito
il vecchio certo penso:
"Povera lepre ti han tradita
gli amici che tu amavi".
Volpe e scimmia si gurdavano stupite
mentre la lepre col vecchio se ne andava
da allora sempre gioca spensierata
là in alto, nel palazzo della luna.
viveva già, ma è tempo fa...
la lepre con la volpe e la scimmia.
non ricordo chi mi raccontò
la storia, molti anni fa
di come la lepre un giorno li lasciò
e nella luna a vivere se ne andò:
Correva per i prati spensiereta
e dai suoi stessi amici fu tradita.

sobota, 8. maj 2004

67 LA LEGGENDA DEL PIAVE (Giovanni Ermete Gaeta; psudonimo: Ermete Alberto Mario)









Il Piave mormorava, calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il ventiquattro maggio. 
L'esercito marciava, per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti!
S'udiva, intanto dalle amate sponde, sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero:
il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!"
Ma in una notte triste, si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto, poichè il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti, veniva a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde, sommesso e triste il mormorio dell'onde.
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero!"
E ritornò il nemico, per l'orgoglio e per la fame, voleva sfogar tutte le sue brame.
Vedeva il piano aprico di lassù, voleva ancora,
sfamarsi e tripudiare come allora!

"No!" disse il Piave, "No!" dissero i fanti, "Mai più il nemico faccia un passo avanti!"
Si vide il Piave rigonfiar le sponde, e come i fanti combattevan l'onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: "Indietro v
à, straniero!"
Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento. E la Vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon visti,
risorger Oberdan, Sauro, Battisti.
In franse alfin l'Italico valore, le forche e l'armi dell'impiccatore.
Sicure l'Alpi, libere le sponde, si tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul Patrio suolo, vinti i torvi imperi,
la pace non trovò, nè oppressi, nè stranieri.

167 LA LEGGE DELLA VITA (Ciprì / Enderle)



C’è una legge vera nella vita
impressa in ogni cosa,
legge che muove gli astri del cielo
in un concerto d’armonia;
e in terra canta nei colori della natura,
canta nella natura.
Il giorno cede il passo alla notte
per amore,
la notte saluta il giorno
per amore.
Dal mare sale l’acqua al cielo
per amore
e l’acqua discende dal cielo al mare
per amore.
La pianta dà le foglie alla terra
per amore.
La terra ridona le foglie
per amore,
un seme cade in terra e muore
per amore,
la vita germoglia dal solco della morte
per amore!
Questa è la legge eterna, legge di Dio,
un Dio che per amore ha creato ogni cosa
ed ha nascosto amore
dietro apparenze di morte e di dolore.










četrtek, 6. maj 2004

o9 LA LEGA (Canto popolare italiano)

Sebben che siamo donne,
Paura non abbiamo:
Per amor dei nostri figli,
Per amor dei nostri figli;

Sebben che siamo donne,
Paura non abbiamo,
Per amor dei nostri figli
In lega ci mettiamo.

 A oilì oilì oilà  e la lega la crescerà 
 E noialtri socialisti, e noialtri socialisti
 A oilì oilì olià  e la lega la crescerà 
 E noialtri socialisti vogliamo la libertà .

E la libertà  non vien
Perchè non c'è l'unione:
Crumiri col padrone
Son tutti da ammazzar.

 A oilì oilì oilà ...

Sebben che siamo donne,
Paura non abbiamo:
Abbiamo delle belle buone lingue
E ben ci difendiamo.

 A oilì oilì...

E voialtri signoroni
Che ci avete tanto orgoglio,
Abbassate la superbia
E aprite il portafoglio.

 A oilì oilì oilà  e la lega la crescerà 
 E noialtri socialisti, e noialtri socialisti
 A oilì oilì olià  e la lega la crescerà 
 E noialtri socialisti i voroma vess pagà .

 A oilì oilì olià ...